Landini rappresenta il Capo del sindacato di sinistra che si chiama CGIL.
Al Signor Landini va rispetto e onore perchè pur non condividendo le sue opinioni, resta una persona coerente con se stessa. Sono anni che mi capita di leggere i suoi interventi e va riconosciuto attenzione e rispetto al personaggio. Non è finita: mi sono formato negli anni di studio sul testo di Sergio Turone “Storia del sindacato” e approfonditi i pensieri di Aris Accornero (ex operaio oggi sociologo e docente) pubblicati ne “Il mondo della produzione”.
Ne consegue che al Signor Maurizio Landini non ci si giunge per caso leggendo di uno strillo da una parte all’altra! Concludendo questo passaggio, il rispetto alla CGIL è quello che si riconosce anche alla sua attuale e passata guida.
Chiarito il contesto ora l’affondo.
La pretesa che il 1° maggio non si debba lavorare rappresenta una stupidata. Ovviamente il sindacato “vuole” la mobilitazione pena la scomparsa dalla visibilità politica. Purtroppo nella “mobilitazione di piazza” non c’è un valore da tutelare, ma una posizione da cercare di conservare. Già con questi primi passaggi emerge un sindacato sulla difensiva che si “deve far vedere”.
Il lavoro s’onora lavorando (per coloro che hanno la fortuna e privilegio d’averlo).
Far “festa” per far contento il sindacato è sbagliato.
Secondo passaggio e il peggiore di questa riflessione. L’attuale guida del sindacato di sinistra (peccato che il sindacato come concetto si sia dovuto compromettere con l’ideologia, perdendo la purezza del concetto di tutela dei diritti sul lavoro) resta incastrata negli steccati ideologici da anni Sessanta e Guerra fredda. Il 25 aprile, appena trascorso con i “partigiani” e il sindacato che “difende” qualcosa: ma di che cosa stiamo parlando?
Un sindacato che tollera 2 milioni di disoccupati e buona parte di questi volutamente tali, perchè coperti da un errore legislativo quale il reddito di cittadinanza, non serve la Nazione e gli italiani. In queste condizioni possiamo anche immaginare la scomparsa della CGIL.