La grande tempesta di Bruno Vespa; il suo ultimo libro. Già si è scritto su questo volume, la riflessione precedente è rintracciabile con il seguente riferimento: https://www.giovannicarlini.com/la-grande-tempesta-di-bruno-vespa-prof-carlini/

Al momento sono state lette (in realtà studiate) 240 pagine su 360 e ancora non è chiaro il nesso Mussolini-Signora Meloni e Zelensky. Con sempre maggiore certezza si pensa che non ci sia alcun collegamento tra i 3 protagonisti se non la necessità di scrivere qualcosa che attirasse il lettore cogliendo “l’attimo fuggente”. Tutto sommato è corretto ringraziare il Signor Bruno Vespa perchè riprende il dramma d’Italia del 1943-1945 e c’informa sulla tragedia ucraina anche se l’uno non centra nulla con l’altro.

A bocce ferme gli spunti di riflessione che ormai sono maturi (la parte dedicata al Duce termina a pagina 220) sono:

  • un diretto collegamento tra partigiani e banditi ovvero l’uno la prosecuzione dell’altro;
  • l’orrore nel leggere che i partigiani hanno preteso “tasse” agli italiani per finanziare le loro avventure;
  • tasse che non hanno posto al riparo dalla rappresaglia tedesca coloro che le hanno pagate! Infatti all’avanzata tedesca i banditi (partigiani) si sono ritirati lasciando la piazza scoperta ad ogni possibile reazione;
  • gli omicidi commessi dai partigiani ai danni d’italiani dopo la dichiarata chiusura del conflitto non sono stati ancora valutati in ambito processuale. Come mai nessun magistrato italiano ha espressamente rinunciato all’indagine penale sugli omicidi e sevizie dei partigiani?
  • certo che se la Repubblica italiana si fonda su 12.500 avventurieri (partigiani-banditi, tanti risultano dal “censimento”) si capisce perchè questo Paese è diventato un “calabrone” nel senso negativo del termine. La zavorra d’Italia resta la politica e questa è stata occupata a livello d’attività lavorativa dai “partigiani-banditi”;
  • Sono letteralmente scomparsi tutti quei partigiani che non fecero parte delle bande comuniste;
  • Che orrore e ribrezzo, anzi brividi nel leggere che la Guardia di Finanza ha di fatto convissuto con i partigiani anzichè rappresentare fedelmente lo Stato; forse è per questo che sono noti come “caini”

Quanti passaggi emergono leggendo La grande tempesta di Bruno Vespa.