Esame di Stato alla puntata 2 a seguire rispetto quanto già scritto nel primo studio. Ora è tempo d’abbozzare lo Stato Patrimoniale.

Il primo aspetto da curare riguarda il modello ovvero lo SCHEMA DELLO STATO PATRIMONIALE DA COMPLETARE VOCE PER VOCE. Il testo dell’enunciato non indica il riclassificato, il che vuol dire che sarà civilistico, ma lo studente per semplificarsi la vita è saggio rediga il riclassificato, che poi completerà in base all’articolo 2424 del libro V° del Codice Civile. Ne consegue che:

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO

IMPIEGHI (cosa ci hai fatto con i soldi)                      FONTI (di chi sono i soldi)

IMMOBILIZZAZIONI                                                     CAPITALE PROPRIO

ATTIVO CIRCOLANTE                                                  CAPITALE DI TERZI

totale degli impieghi                                                    totale delle fonti

Ovviamente quanto qui indicato tra parentesi non va riportato nel compito in bella, ma è sano rammentarlo negli appunti dello studente sviluppando l’esame di ragioneria.

Conviene sempre partire dal capitale proprio. Qui ATTENZIONE alla confusione semantica tra Patrimonio Netto e Capitale proprio anche se quest’esame di Stato non lo richiede, è sempre bene da precisare.

C’E’ DIFFERENZA TRA PATRIMONIO NETTO E CAPITALE PROPRIO?

Il patrimonio netto è una grandezza da Codice Civile e comprende: capitale sociale + riserve + utile.

Il Capitale proprio è una grandezza del bilancio riclassificato. Secondo la mentalità corrente, al momento maggioritaria, il capitale proprio comprende le stesse voci già indicate nel Patrimonio Netto ovvero capitale sociale + riserve + utili. Quindi tra le due grandezze non c’è differenza. E’ saggio però rammentare che esiste anche un altro punto di vista (pensiero minoritario, ma non meno importante) che vede nel Capitale proprio SOLO il capitale sociale. Perchè questa differenza?

Il pensiero minoritario, a cui questa rubrica appartiene, considera come soldi dell’imprenditore (Capitale proprio) ciò che realmente appartiene all’azienda ed è nella sua disponibilità. In effetti le riserve sono state create dall’articolo 2430 del Codice Civile per proteggere il capitale sociale dalle perdite, quindi non sono nella disponibilità dell’imprenditore. Inoltre gli utili sono degli azionisti non dell’impresa. Perchè quindi includere riserve e utili nel Capitale proprio, quando questo non è vero? Il Tribunale di Venezia, chiamato ad esprimersi sull’argomento ha incluso nel capitale proprio, riserve e utili, (e ti pareva!) ma in quel caso la sentenza era finalizzata a pagare i fornitori rimasti senza soldi. Quindi la sentenza di Venezia è “viziata” perchè finalizzata ad un ragionamento cercando denaro per il fallimento, non per discutere cosa sia di chi.

Fine del punto 2 di riflessione sull’esame di Stato 2018.