Conflittualità e pensiero appiattito; quale la relazione tra i due passaggi? La stessa. E’ conflittuale un beota che vive a pensiero limitato. Soggetti di questo tipo ne abbiamo “eserciti” a spasso per la Società perchè li ha prodotti la Scuola.

Un sistema errato di formazione, quello della Scuola italiana che ha prodotto intere generazioni di semi analfabeti che ora vagano per la comunità. Questa gente solitamente abbaia non parla, litiga non ragiona, picchia non pensa.

In tal zoo umano discutiamo anche di produttività e ci lamentiamo di un elevato numero di morti al lavoro dove la colpa è in particolare d’ascrivere a chi muore perchè non è attento. Certo le morti sul lavoro per come appena espresso in questa riflessione, rappresenta una generalizzazione, ma un numero così alto di caduti porta in primo piano l’immaturità del lavoratore.

Ad una vita passata guadando le figurine (il riferimento è all’abuso-uso del web) anzichè leggere per capire, corrispondono il 42% di divorzi tra le coppie coniugate e il 60% degli abbandoni tra chi convive (quelli che si dicono il compagno di..). Non solo, a seguire femminicidio e via dicendo.

Si può vivere una vita superficiale?

Le persone spesso si lamentano di un’esistenza piatta e per combatterla si buttano ancora di più nel Web non capendo che è lì che la perdono.

Classico caso del cane che si morde la coda.

Concludendo è conflittuale, sia a parole sia a gesti, colui o colei che è debole sul piano cognitivo.

Un soggetto che non sa ragionare se non per schemi abituali o immagini. Quello che si sente e vuole essere solo “pratico”. Non capisce nulla e cerca solo la sintesi perchè non sa affrontare l’analisi. Questi sono i “cattivi” nella società, quelli che pestano o vogliono prevaricare gli altri con “se stessi”. Ovviamente sono sub.umani.

Va distinta la conflittualità e l’applicazione dei valori, quando ci si batte per qualcosa per cui vale la pena (il pensiero corre al momento all’Ucraina contro la Russia).