Fine della globalizzazione. Evviva, era ora! La globalizzazione è finita con l’attacco russo all’Ucraina nel febbraio del 2022; ciò è noto a tutti, ma le conseguenze non sono altrettanto chiare e condivise.

Ebbene la fine della globalizzazione comporta un ritorno della politica in un ruolo preminente rispetto all’economia; mi spiego.

La globalizzazione ha segnato un’era riconducibile all’ingresso della Cina comunista nel WTO (novembre 2001) fino al noto attacco russo all’Ucraina nel 2022.

Da quell’attacco l’Occidente ha deciso di NON acquistare più in base al prezzo più basso, ma sottostando a ragioni d’ordine morale, politico e culturale. Questo passaggio ha rappresentato e concretizzato un passaggio: dalla preminenza degli aspetti economici sulla politica al rovesciamento degli stessi. Oggi la politica vale di più e finalmente governa l’economia.

In termini pratici questo rovesciamento cosa implica? Il concetto va spiegato a chi ha pochi anni ed è nato a cavallo tra il Duemila.

Serve un esempio pratico.

Il nostro Paese, sotto la globalizzazione, ha vissuto nei termini di “oggi fallisce o forse domani”.

In termini di sola economia, oggettivamente, l’indebitamento pubblico italiano autorizza, analizzato solo in termini limitati alla mera economia (vedi il Mario Draghi ad esempio) ad avanzare seri dubbi sulla sostenibilità di questo indebitamento. Constatato che siamo al 270% di debito sul PIL è lecito ritenere l’italia sull’orlo della non solvibilità ovvero fallimento pieno.

Con la rivalutazione del piano politico su quello economico, cambiano anche i punti di riferimento.

L’autorevolezza politica premia sull’economia quindi il parametro da considerare NON è più quanto l’Italia sia indebitata sul PIL, ma sulla capacità politica d’essere autorevole. Si tratta di una modifica capitale.

Con un esempio, il Giappone è indebitato al 267% sul PIL, ma gode di una fortissima stabilità politica per cui non è in discussione la sua solvibilità.

L’Italia, con la fine della globalizzazione, si sta avvicinando al modello nipponico segnando il definitivo superamento dell’era globalizzata.