Modifica della curva di Phillips; un concetto che pone ansietà agli studenti e quindi qui esaminato. Per descrivere meglio la dinamica è stata predisposta una grafica allegata come copertina allo studio.
Tutto iniziò nel 1958 quando Alban William Housego Phillips (1914-1975, economista neozelandese in attività a Londra alla London School of Economics detta in acronimo LSE) pose in relazione, su un piano cartesiano, l’inflazione e la disoccupazione naturale.
L’inflazione fu indicata in ordinata e indicata con “pi greco” e la disoccupazione naturale con la “u”. Si noti come ogni ragionamento, per essere cedibile e scientificamente provato, debba essere inserito in un piano cartesiano; il resto resta una “chiacchiera da bar”.
La prima formulazione fu “semplice” ponendo elegantemente in relazione l’alta inflazione con una bassa disoccupazione. Vuol dire che tanti lavoratori, percependo uno stipendio, lo spendono portando la circolazione di moneta a livelli sostenuti da cui l’inflazione. Tradizionalmente la difficoltà dello studio è nel tradurre in ascissa disoccupazione naturale con il suo opposto: occupati! Quindi bassa disoccupazione si traduce in alta occupazione.
Questa correlazione tra due dati, sintetizzata in un’elegante curva ad inclinazione negativa, ha una sua formula:
L’inflazione al tempo odierno (t) è uguale all’inflazione programmata sommata al ricarico (m) e alla protezione sociale (z) meno la sensibilità dell’inflazione alla disoccupazione (alfa) per la disoccupazione attuale.
La rappresentazione in simboli della formula è indicata nella grafica allegata evidenziata in giallo.
Applicata la curva di Phillips, sul piano empirico (vuol dire pratico) la correlazione tra le due grandezze non fu provata. Ne consegue che si dovette procedere alla modifica della curva ottenendo il secondo grafico.
La formula della seconda curva di Phillips modificata introduce “teta”. Che vuol dire “teta” (ottava lettera dell’alfabeto greco)? semplice!
Teta indica con che forza l’inflazione già vissuta concorre a determinare quella futura (o attesa). Spiegando meglio: dopo aver intensamente amato una persona, la scopriamo a letto con altro soggetto. Feriti dalla vicenda, con quali conseguenze ci ripresenteremo in un nuovo rapporto affettivo?
Teta oscilla tra zero e 1.
Quando teta è zero si torna alla curva ordinaria e annessa formula.