Pensare snello e produzione snella sono concetti attigui alla stessa disciplina. Il ragionamento è semplice e complesso allo stesso tempo. Nel pensare snello/produzione snella c’è un’accanita caccia allo spreco (in giapponese si dice muda). E fin qui il ragionamento sta in piedi.

Per evitare una caccia alle streghe, per spreco s’intende tutto ciò che non serve (o vendibile) al cliente.

Ecco che l’azienda è così “tirata” dal bisogno del cliente. L’obiettivo è semplice, evitare che l’azienda s’inventi qualcosa a cui il cliente si deve successivamente adattare anche se questo meccanismo funziona nell’ambiente della moda e in informatica. In effetti il consumatore è passivo nella moda, accetta acriticamente ogni soluzione perchè “fa moda”. Quindi l’imporre qualcosa a qualcuno funziona ancora (per ora).

Oltre a queste eccezioni, che già diventano parziali nel mondo dell’auto dove il senso critico del cliente è molto più acuto e sviluppato, c’è un ragionamento di fondo nel pensare pulito (snello).

Il pensiero creativo (vedete in quanti modi diversi si può affermare lo stesso concetto) impone che l’azienda deve operare sul lotto economico, quello che esattamente gli è stato ordinato dal cliente. Tutta la produzione dev’essere calibrata sul bisogno di chi la compra. Per assicurare questo standard si teorizzano aziende più piccole, agili e facili da gestire. E’ vero a primo impatto, questa è la soluzione più semplice, ma una parte del pensiero organizzativo aziendale non concorda. Dove si trova la differenza di vedute?

Un’azienda piccola o media non ha le sinergie ed economie di scala di una grande impresa.

Perchè dobbiamo perdere anche le economia di scala per inseguire lo spreco?

La posizione che qui si sostiene è quindi diversa.

No ad aziende medie e piccole senza economie di scala. Si ad imprese grandi che lavorano come se fossero piccole producendo il lotto economico.

E’ una rivoluzione che verrà di seguito qui esposta.