Un’America che ora, con la “nuova presidenza democratica”, è più debole di prima. Perchè? le motivazioni sono diverse.

Il primo aspetto che spiega la debolezza sociale e politica degli Usa riguarda la questione razziale.

L’America discutendo del suo futuro (a 4 anni) ha ceduto alle questioni relative a 1 comunità, quella nera, rispetto ad altri aspetti più articolati e complessi che riguardano il Paese.

Il malessere dei neri è storico e non si dica che lo Stato non abbia fatto nulla! Dai tempi della presidenza Johnson, già negli anni Sessanta, la comunità nera è agevolata in ogni parte e con una pioggia di sussidi che generazione per generazione le famiglie nere si portano dietro. Un concetto già spiegato in questa sede. Il nonno disoccupato, lascia al figlio un incentivo che passa al nipote.

Il problema nero, ma in realtà il problema dei latini, come quello degli asiatici e così via, è strutturale in una società che è voluta diventare multietnica.

Non è colpa della polizia se i neri delinquono.

Il nero che non sa inquadrarsi nelle regole sociali è un fatto che conferma la diversità tra culture e razze. Da 50mila anni le razze e culture sono diverse (per la precisione 9 nel pianeta Terra). L’idea di una convergenza delle razze verso un modello unico di comportamento è il sogno della globalizzazione affinché tutti consumino gli stessi prodotti. Però resta un sogno ed è anche giusto che sia tale.

Assodato che le razze sono diverse (culture e razze sono sinonimi, il primo concetto più sfumato sui comportamenti, il secondo sulla fisicità) e tali vogliono restare, l’attrito che deriva dalla convivenza è un dato di fatto. Il problema non è se ci sia o no attrito, ma se questo può convivere in una Nazione. Ecco il punto!

L’attrito tra diversi è scontato, possono però convivere? Quali regole possiamo pensare per la convivenza tra diversi?

Il Belgio ha un problema analogo e così molti Stati compresi gli Stati Uniti.

La vicepresidenza a un nero, dopo la non felice esperienza della Presidenza a uno di colore, conferma un concetto. I neri d’America non hanno ancora prodotto tante idee, concetti, pensiero e punti di vista da poter essere riferimenti nazionali. Ecco il problema. La presidenza o vice o qual si voglia incarico sociale, si assume se si è in grado d’apportare un livello di pensiero e d’esempio che sia punto di vista nazionale; questo non è, al momento per ispanici, asiatici e neri. Nessuna di queste comunità ha ancora saputo esprimere un senso nazionale. Non sono più ospiti, ma parti di una comunità, però non ancora con le carte in regola per assumere il ruolo di guida della Nazione.

Con queste premesse a che serve la vicepresidenza a un nero? Solo a raccattare voti come il biden ha fatto. Pubblicità, nulla di più, il che anticipa il vuoto di potere che già fu dell’obama e i prossimi 4 anni perduti dell’America.

Quando le minoranze potranno rappresentare un senso per la Nazione? Non c’è un calcolo matematico che spieghi quando e come questo livello è raggiungibile. Servono libri scritti da quelle comunità, esempi di virtù, lavoro svolto, carceri svuotate, basso livello di crimini effettuati, eroi avuti sul piano civile e militare, partecipazione alla vita scolastica e sociale. In realtà questi parametri non sono rispettati dalla comunità nera d’America.

Con quanto qui detto, abbiamo tagliato fuori i neri dalle più alte cariche dello Stato, riconoscendo in quelle che ci sono state solo delle forzature. Non solo, ma questa discussione non può monopolizzare i prossimi 4 anni del futuro americano come i “democratici” hanno voluto fare vincendo di misura e comportandosi come se fosse stata ottenuta una grande vittoria elettorale (??).

I temi per il voto alle Presidenziali sono altri: ad esempio il ruolo dei rapporti con la Cina comunista. Reazione o sudditanza? Trump ha reagito mentre il biden non ne è all’altezza.

In pratica la reclame politica di sinistra, quella dei democratici, ha appiattito l’orizzonte politico su fattarelli nazionali che non hanno la loro rilevanza sul futuro.

Certo la polmonite da virus cinese, sicuramente la convivenza pacifica tra etnie ma, tutto qui?

Questi sono i grandi temi della nuova presidenza a guida democratica?

Altro tema non affrontato dai democratici, che sono impreparati al ruolo guida, riguarda la relazione con la globalizzazione: subirla o reagire? Trump ha reagito.

Ancora: vale la pena partecipare ad accordi di facciata come quello di Kyoto ora di Parigi sull’ecologia e l’Organizzazione Mondiale della Sanità?

Perchè l’America deve sostanzialmente sempre finanziare ambienti che in realtà sono gestiti da altri? Vedi la NATO e la stessa OMS.

Abbiamo bisogno di un’America che abbia il coraggio delle sue idee o un’America che si accoda a un mondo in crisi? (vedi la UE).

Il mondo ha bisogno di un’America che sappia dire la sua, senza calibrarsi sull’accordo o meno con gli altri! (che hanno torto perchè in soggezione verso la Cina comunista). Su questi argomenti i democratici sono completamente esposti.

Viva un’America che conta anzichè uniformata a culture a corto d’idee (europei o peggio cinesi che le censurano)