Test a risposte multiple inadeguato all’accertamento della qualità della formazione erogata. Ci sono organismi, anche importanti, che sono rimasti incastrati in questa forma di verifica che non risponde alle necessità. Questo perchè:
- di fatto le risposte multiple indirizzano la scelta del compilatore;
- privano lo studente di una sua presunta capacità espressiva in materia;
- limitano il panorama delle possibili scelte che l’allievo potrebbe esprimere;
- senza ombra di dubbio semplificano il lavoro del docente nella correzione oltre il lecito. Se un insegnante non vuole lavorare, cambi mestiere! Ridurre il carico di lavoro del correttore non rappresenta una priorità della formazione;
- le risposte già preconfezionate, anzichè le righe di risposta libera ed aperta fornita dallo studente, sterilizzano l’atto di formulazione e creazione di un pensiero innovativo. In tal senso il test a risposte multiple incanala a “blinda” l’espressività limitando l’accertamento al mono-uso di parole codice in luogo di ragionamenti. Una procedura di questo tipo impigrisce lo studio e la riflessione in vie obbligate solitamente limitate.
Con queste osservazioni l’uso di test a risposte multiple svilisce l’impegno formativo mortificando il denaro speso per la formazione.
Uno studente riceve 7.000 euro/anno, se all’università sono 11.500/anno oltre alle tasse universitarie pagate dalla famiglia. La formazione finanziata sostiene costi di 240 euro/ora. Con una spesa (investimento) di questo livello, si pensi a un piccolo corso da 48 ore che costa alla comunità 11.520 possiamo appiattire la fare della formazione ad un test a risposte multiple?
La pigrizia del docente va risolta con il suo allontanamento/licenziamento dall’incarico. Quest’ultimo concetto fatica ad entrare nella sensibilità dei responsabili della formazione: che peccato! Di fatto questo mondo è inflazionato da figure di docenza molto ma molto modeste, tese al furto dell’oretta di “lezione” anzichè al modellamento ed allargamento della capacità di pensiero della classe. Potremo pensare ad un futuro dove la selezione dei docenti avviene non per conoscenza ma capacità?