Un pensiero completamente controcorrente: quando il terrorismo divora sé stesso e i terroristi si uccidono tra loro

RAGIONAMENTO GRAVE E CONTROCORRENTE SUI FATTI DI TERRORISMO A PARIGI ACCADUTI IL 7 GENNAIO 2015
Quanto qui scrivo è completamente contro corrente, me ne scuso con tutti, ma non posso uniformarmi con il pensiero del 99,9% degli occidentali a cui comunque appartengo.
Fermo restando che la morte è sempre un dramma, anche quando risponde a un evento naturale, relativamente ai fatti di Francia, nell’attentato di Parigi non vedo alcuna offesa alla libertà di stampa, ma solo l’eccidio di persone.
La libertà di stampa cosa c’entra?
Infatti non c’è libertà di stampa quando i vignettisti hanno come missione quella d’offendere il senso religioso. Tale sistematica offesa non ha colpito solo l’Islam, ma qualsiasi religione compresa quella cristiana.
Nel momento in cui la missione di questi “vignettisti” è offendere, si può sapere perché scomodare la libertà di stampa?
Ad esempio: sono molto critico verso l’attuale Papa perché lo considero dipendente dai media, svolgendo ruoli e funzioni solo nella misura in cui hanno una ricaduta mediatica. In pratica un Papa spettacolo, che servirà anche alla Chiesa, ma non certamente alla genuinità del significato religioso. Tra l’altro non concesse l’estrema unzione al Maggiore delle SS Kappler, perchè l’atto in sé per sé, non era mediaticamente corretto, ma un Papa è sempre il cappellano degli ultimi, l’attuale invece non risponde a tali requisiti di base.
A questo punto quando un nuovo Papa?
Quanto appena scritto è una critica, forse anche dura e feroce verso il vertice del Vaticano, ma senza mancare ai criteri di rispetto che invece i vignettisti francesi si sono messi sotto i piedi per anni.
Allora sono morti dei giornalisti, interessando di conseguenza il diritto di stampa o solo dei personaggi amanti dello scandalo?
Non credo si debba scomodare il mondo della stampa, al contrario sono morti solo dei vignettisti, con la missione d’offendere il senso religioso e ogni lato della partecipazione politica. La loro missione è stata sempre quella ridicolizzarne il senso della politica e la missione della religiosità nel mondo moderno: anche questo è terrorismo. Dispiace per la loro morte sul piano umano, ma professionalmente non si può parlare di giornalismo quando lo scopo dell’agire si riduce a sporcare e ridicolizzare qualcosa che è perfettibile (religione e politica) anziché da massacrare.
Conclusione: è giornalismo la diffamazione sistematica del credo religioso? Secondo me, no, non stiamo parlando di giornalismo, al contrario di terrorismo.
Approfondendo il concetto non si può parlare di giornalismo quando ogni atto serve solo a scandalizzare, sporcare in forma monotona e ripetitiva, priva d’idee e proposte o comunque di riflessione. Perseguendo e sporcando in questo si uccide la satira, quella sana che resta ancora motivo di riflessione e non di vilipendio. Nei fatti di Parigi non scomodiamo il giornalismo, per cortesia, si tratta di un fatto di terrorismo criminale, che ha colpito delle persone, ree di terrorismo sociale, tutto qui e nulla di più, si sono ammazzati tra di loro.

TOTALMENTE CONTRO CORRENTE RELATIVAMENTE AI FATTI DI TERRORISMO A PARIGI – precisazioni scritte qualche giorno dopo rispetto le prime righe.
Ringrazio tutti coloro che stanno intervenendo permettendomi di sentirmi meno solo sull’argomento, in quanto la penso diversamente dagli altri.
Questo pensiero diverso consiste nel NON ritenere l’attentato terroristico di Parigi, un atto contro la stampa, perchè i vignettisti, che hanno basato la loro attività come mero e solo vilipendio e offesa al senso religioso, non non assimilabili alla stampa, che dovrebbe produrre pensiero, ma sono anch’essi degli autori di terrorismo sviluppato in altra forma. I vignettisti sono dei terroristi sociali. I fondamentalisti islamici, coinvolti in questi fatti sono dei terroristi criminali.  In pratica una guerra “tra loro”.
Chi fa il terrorista ammazzando la gente e chi, con la matita, attenta e sporca le idee e i valori sia religiosi che sociali, puntando con esibizionismo a destabilizzare e sporcare la comunità sociale, che va certamente critica ma non distrutta.
Dov’è la differenza?
Qui nasce il bisogno di una precisazione: la satira è giornalismo? E’ vero, la satira è giornalismo quando in una vignetta si sintetizza un pensiero, aggiungendo anche un sorriso per chi la legge, ma basare la satira solo sull’offesa, la sporcizia, l’attacco contro i valori delle religioni (cristiana come musulmana in particolare) e quindi anche alla politica, questa non è sintesi, informazione, produzione di pensiero e valori, ma solo “terrorismo & pensiero sporco”. Non sono certo di quanto affermo, non sono i vignettisti di Parigi gli editori di quel giornalino da strapazzo, che ha messo un crocifisso cristiano dentro un bicchiere contenente piscio? Nell’incertezza della responsabilità morale e intellettuale di quella vignetta, riferita al direttore deceduto del giornalino francese, certamente questo è il loro ambiente “intellettuale”.

Dove si trova la libertà di stampa in tutto questo? Secondo me non c’è. Si tra utilizzando un fatto di terrorismo per altre finalità: esibizionismo della stampa per cavalcare il momento, il bisogno di stampare di più quando non si sa più che dire per carenza d’idee, una Presidenza in Francia allo sbando e priva di spunti che vorrebbe “risorgere” sfruttando il dramma (ad esempio, il commentatore francese parla di un Presidente sconvolto che visita, immediatamente dopo l’atto di terrorismo, la redazione devastata e si presenta in giacchetta e cravatta quando tutti, intorno a lui hanno il cappotto e la sciarpa dal freddo. Il segnale è: ecco il presidente, un fusto che incarna la Francia che non soffre il freddo e reagisce al dramma. Il vero dramma è il vuoto esistenziale della sinistra che sta ballando e danzando sulla morte dei suoi stessi terroristi destabilizzatori di professione per ogni credo, valore, senso religioso e sociale.) Di tutto stiamo parlando, tranne che della libertà di stampa. Dei terroristi armati hanno ucciso altri terroristi in atteggiamento pseudo intellettuale di superiorità. Resta solo il cordoglio per persone morte.
Tutto qui, solo questo. Il resto è folklore o agire senza riflettere.
La satira è giornalismo, quando produce sintesi di pensiero, non quando è un motivo per diffamare a senso unico, perché in questo caso si presenta come terrorismo armato di stupidità. Quale la differenza tra il terrorismo armato dalla fede religiosa deviata e il terrorismo intellettuale di sinistra, dissacratore per distruggere nel solo gusto di farlo. Si sono ammazzati tra di loro.

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