Prigioniero da Parkinson: è controllabile la malattia? Prof Carlini
Da testimonianze emerge uno stato di solitudine del prigioniero da Parkinson che lo rende inacidito e rabbioso con se stesso e gli altri. Ci sono rimedi nel senso che potremmo osare considerare controllabile o soggetta a regressione la malattia? Ci sono rimedi alla rabbia e allo sconforto come stati emozionali per un prigioniero da Parkinson e più specificatamente potremmo fa regredire o controllore meglio la malattia riducendo l'apporto farmacologico, riabilitando funzioni emozionali e intellettive solitamente abbandonate in luogo alla rabbia e sofferenza? Detto in altri termini, osservando le persone affette dal Parkinson, abbiamo un mondo che soffre ma ama [...]