Storia sociale della guerra – Richard A. Preston e Sydney F. Wise. Capitolo 15: verso la guerra totale

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Il capitolo 15 del testo di Preston e Wise funge da spartiacque. Nel senso che prima si è discusso della guerra secondo la Rivoluzione francese e Napoleone. Con la guerra di Seccessione in America cambiò tutto. Peccato che nessuno se ne accorse. Tutto sommato come nel 2016 quando pur in presenza di Brexit e Trump, nessuno ha saputo capire la novità.

Cerchiamo di fare il punto:

  • la guerra è sempre la sintesi della società che la esprime;
  • in epoca classica fu un evento limitato nel tempo e nello sviluppo. Raramente s’inseguì e distrusse il nemico battuto sul campo;
  • le guerre di religione portarono la passione delle masse nella guerra. Fu un massacro di cui ancora vergognarsi. La religione fu quindi debellata dalla storia della guerra con le paci di Vesfalia del 1648. A Vestfalia nasce lo Stato Nazionale;
  • la Rivoluzione Francese sostituì l’ardore religioso con quello nazionale e di classe;
  • Napoleone ideologizzò la guerra oltre a innovazioni di strategia;
  • dal 1815 la tensione militare scema;
  • la Guerra di Secessione americana fu una novità assoluta che nessuno capì. L’uso delle armi rigate e della protezione rivoluzionò il combattimento. Non solo, ci fu un disinvolto impiego della ferrovia e un’idea di Stato Maggiore. Solo alcuni di questi aspetti furono recepiti.

Grazie a questo riepilogo possiamo discutere del capitolo 15. Il nome è “Verso la guerra totale”. E’ appunto il CONCETTO DI TOTALITA’ che custodisce la novità.

Napoleone fu commentato e studiato da 2 autori:

  • Antoine-Henri Jomini – scrisse Précis de l’art de la guerre, pubblicato nel 1836
  • Karl von Clausewitz – scrisse Von Krieg, pubblicato nel 1831

Mentre Jomini entrò nel dettaglio della tecnica napoleonica senza tutto capire. Clausewitz colse un altro aspetto dall’esperienza napoleonica. Jomini servì a tranquillizzare spiegando come Napoleone abbia applicato le regole del Settecento. Clausewtiz “scandalizzò” spiegano la nuova natura della guerra. L’autore e generale prussiano connesse le rivoluzioni politiche alla guerra e al fattore industriale. Quest’ultimo aspetto non è chiaramente espresso da Clausewitz ma “stiracchiato” da un’attuale interpretazione intuitiva.

Nella mentalità del Settecento la guerra si vinse senza scontrarsi se non all’ultimo. Fu una serie di mosse e contro mosse. Con Clausewitz lo scontro diventò indispensabile e assoluto. Il nemico doveva ora essere inseguito e annientato. All’autore prussiano sfuggirono alcuni importanti aspetti della tecnica napoleonica come lo schieramento elastico. Nonostante ciò, Clausewitz spezzò l’eleganza delle geometrie di guerra di Jomini. Citando pagina 291; il fattore morale e il caso non furono più riducibili a leggi di una teoria formale. 

Non a caso Liddell Hart considerò Clausewitz uno dei responsabili delle stragi nei MAUSOLEI DI FANGO. Il riferimento è alla Prima guerra mondiale. Da Clausewitz il passaggio verso un’industria autarchica il passo fu breve. Contrariamene al liberalismo, sia negli Usa che in Germania, si teorizzò la protezione della propria industria. Alexander Hamilton negli Usa e Treitschke con Fichte volsero le spalle al laissez-faire. Con questo passaggio l’industria entrò nella dinamica militare attraverso l’uso della ferrovia. Considerato che sia le armi, i binari, sia il filo spinato, si costruiscono con l’acciaio ecco un nuovo protagonista nella storia: l’industria. Su questo livello va ricordato il processo Bessemer, del 1856 per la produzione di acciai speciali. Acciai in grado di resistere ai nuovi proiettili come richiesto da Napoleone III. Proiettili che poterono essere sparati da armi rigate anzichè lisce.

Il quadro non sarebbe completo se non fosse considerata anche l’agricoltura. Grazie all’invenzione della mietitrice di McCormick fu possibile vettovagliare grandi eserciti. Non solo. L’inscatolamento dei cibi ad opera di Appert nel 1831 aprì alle razioni da viaggio.

L’insieme di queste innovazioni permise un’esplosione demografica. Ma non fu solo questo. L’industria sia come operai che imprenditori comportò un’importante presenza nella società. Tante persone vollero contare e dare un significato alla loro esistenza. Si formò il concetto di opinione pubblica e di sovranità popolare. Concetti che in Francia subirono le manipolazioni elettorali. In Germania furono indirizzati verso il patriottismo, per ora, successivamente sarà nazionalismo.

Con le ferrovie, la nave a vapore e i servizi postali a basso costo, possiamo esaminare la nuova guerra americana.

In onore ai concetti di Clausewitz, la direzione della guerra americana fu politica. Questo vuol dire che la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi. Devis, presidente del Sud e Lincol del Nord, assunsero pieni poteri. Devis militarmente preparato e Lincoln impreparato ma con delle novità. Lincoln seppe scegliere un buon generale in Grant e un ufficiale di collegamento in Halleck. In pratica Lincoln formò la base per l’idea di stato maggiore. Grant a sua volta seppe utilizzare la ferrovia come mezzo strategico spostando le sue forze. Il sud, senza industria, non ebbe quest’opportunità. Al nord ci fu una forte azione dal mare sul sud a cui i sudditi non seppero replicare. 

In realtà il nord mobilitò 2.375.000 uomini e il sud 900.000. Furono combattute in tutto 150 campagne e introdotte delle novità non capite in Europa. Il riferimento va alle armi rigate. Alla protezione della fanteria mentre spara. Al filo di ferro. Al contrario il concetto di Stato Maggiore e l’uso delle ferrovie fu recepito dai prussiani.

Von Moltke divenne capo di Stato Maggiore nel 1857. Già nel 1864, poco prima di muovere guerra alla Danimarca, istituì un ufficio per le ferrovie nello SM.

I prussiani vinsero sugli austriaci nel 1866 grazie anche alla tecnologia. Il fucile prussiano fu a retrocarica anzichè avancarica come per gli austriaci. Mentre gli austriaci dovettero stare in piedi per caricare, i tedeschi poterono restare a terra. I primi furono facili bersagli. I tedeschi vinsero.

Comunque la superiorità prussiana fu totale anche sui francesi per:

  • uso della ferrovia;
  • presenza di uno Stato Maggiore;
  • fucile e armi rigate anzichè lisce;
  • armi a retrocarica anzichè avancarica;
  • metodo di mobilitazione;
  • uso del concetto di “nazione in armi”;

non a caso i tedeschi schierano 1.180.000 uomini in armi contro i 330mila francesi.

I prussiani prima, tedeschi poi, pagarono un caro prezzo nella campagna di Francia del 1870. Mentre i fanti francesi spararono protetti da muri, i tedeschi avanzarono in formazione stretta. Praticamente come fece Napoleone. Ben presto i prussiani furono decimati e dovettero immediatamente cambiare forma di schieramento. Ah se avessero imparato la lezione americana! Furono applicate 2 varianti:

  • anzichè in formazione compatta nell’assalto, i prussiani adottarono l’ordine sparso;
  • fu impiegato il sistema d’attacco americano. In questo modo la formazione d’attacco fu divisa in 2 parti. Una protetta che sparava contro il nemico. Un’altra all’assalto del nemico. Fu quindi abrogato il sistema a colonne per avanzare.

La campagna di Francia del 1870 espose anche altri aspetti:

  • l’impossibilità di una carica di cavalleria contro la fanteria;
  • l’importanza di poter ricaricare il fucile stando sdraiati a terra. Quindi l’indispensabilità dell’innovazione tecnologica per vincere la guerra. Tradotto meglio, il bisogno d’industria per imporsi;
  • la concentrazione del fuoco d’artiglieria in un punto ben preciso. Con “l’arrocco” della fanteria dietro protezioni da cui sparare, solo l’artiglieria avrebbe fatto la differenza;
  • laddove le artiglierie decidono le battaglie ciò incrementa l’importanza dell’industria.

Va ricordato come von Moltke giudicò la guerra americana: grandi masse in cerca della battaglia in spazi sterminati. Comunque si voglia, dalla guerra alla Danimarca del 1864, contro l’Austria del 1866 e alla Francia del 1870, la Prussia evolse in Germania. L’impero tedesco nel cuore d’Europa fu ormai un fatto con il quale doversi misurare.

L’insieme degli insegnanti dalla campagna di Francia del 1870, comportò delle novità in tutta Europa. Gli inglesi inaugurarono il sistema Cardwell. Furono annullati i brevetti da ufficiale a pagamento. Aperta l’accademia militare. Aumentato l’addestramento. Inaugurato il sistema reggimentale unito alla considerazione locale (vedi arruolamento nelle Brigate Alpine dell’Esercito Italiano).

Il capitolo 15 si conclude con una riflessione: quanto ha pesato l’industria nelle diverse dichiarazioni di guerra? Il ragionamento si fa più complesso quando “all’industria” si collegano i mercati di sbocco. Per sostenere un sistema industriale servono consumatori, quindi colonie. Alle colonie servono le navi. L’insieme si sostiene con la passione nazionale. Tradotto si chiama nazionalismo. La porta fu ormai aperta alla guerra totale.