ROE il corretto conteggio per evitare clamorosi errori. Per truccare ed abbellire i bilanci è ormai diffusa la “moda” di considerare per capitale proprio l’intero patrimonio netto. Si tratta di un voluto errore per gonfiare il valore del ROE, ovvero del ritorno in termini di rendimento del capitale proprio.

Entrando nel dettaglio, per spiegarsi meglio, il riferimento riguarda il bilancio aziendale riclassificato.

Purtroppo solo il 13% delle imprese italiane prosegue oltre al bilancio civilistico (imposto per legge e finalizzato al pagamento delle tasse) nella redazione del riclassificato.

Ciò spiega perchè basta fermare le attività per breve periodo ottenendo una valanga di chiusure d’impresa. Nessuno si rende conto che è un bene per la Nazione la chiusura d’imprese che non meritavano di proseguire ad agire. Certo, la chiusura ha un effetto in termini di disoccupazione che rappresenta il vero danno sociale. Si spera nella ricollocazione di questi nuovi disoccupati (ad oggi oltre 400mila nel 2020).

Ai fini della scomparsa d’aziende mediocre, il panorama economico nazionale non più che migliorare sfoltendo l’offerta.

Perchè un giudizio così severo?

Le aziende italiane sono (erano gennaio 2020) 4,5 milioni rispetto i 4,3 milioni che operano in Germania.

Le nostre hanno un’occupazione media di 3,1 dipendenti mentre le tedesche agiscono con 35 dipendenti in media. In pratica l’industria italiana riesce a garantire meno di 14 milioni di stipendi al mese, mentre la tedesca oltre 150 milioni tra i suoi stabilimenti in Texas e SudAfrica.

Con un’azienda italiana ridotta ad un imprenditore padronale, concepita nei termini di retrobottega familiare, che ci si può fare in era globalizzata?

Chiarito il contesto e pervenendo al dunque, successivo al bilancio civilistico le imprese più audaci redigono anche il riclassificato. Questo tipo di bilancio, rispetto al primo, è proiettato verso il futuro. Con il riclassificato si calcolano in genere 24 tra indici e margini per capire la capacità dell’impresa ad agire con aggressività nel futuro.

Il primo indice che si calcola è il ROE il rendimento del capitale proprio. Quanto rende il capitale dell’imprenditore investito nella sua stessa azienda?

Il ROE si calcola grazie a un rapporto tra l’utile e il capitale proprio.

Qui nasce il problema.

A norma del Codice Civile, il capitale proprio non è il Patrimonio netto (formato da dieci diverse voci) ma il capitale sociale.

IL CAPITALE PROPRIO E’ IL CAPITALE SOCIALE. L’errore consiste nel voler considerare (appositamente) capitale proprio il sociale più tutte le riserve e gli utili!

Le riserve sono istituite, a mente dell’articolo 2430 del CC, come tampone alle perdite possibili. Voler considerare le riserve come capitale proprio è decisamente una (voluta) forzatura. Neppure gli utili possono far parte del capitale proprio perchè da ripartirsi tra soci.

Infine, Unioncamere indica, annualmente, il ROE per settore merceologico. Solitamente un’impresa manifatturiera ha un ROE tra il 6 e l’8% a volte anche il 9% di redditività del capitale proprio. Quando un’azienda si presenta con un ROE del 17% si copre di ridicolo perchè smarcatamente vuole gonfiare i dati di bilancio.

Quando un’impresa trucca il ROE a scalare tutto il resto: non vale la pena fidarsi.

E’ sano considerare ROE il segnale di una corretta gestione aziendale.