Quando il giornalista o il pubblicitario pubblicano solo i loro personali punti di vista, s’assiste al totale errore di valutazione com’è avvenuto in ben ultimi 2 eventi importanti che sono:

  • la nomina con ampio margine di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti (in questo sito WEB prevista sin da gennaio del 2024 rispetto a novembre);
  • lo sgonfiamento dell’enfasi sull’auto elettrica. Relativamente a questo prodotto si tratta di un bene che è valido nel circuito urbano, limitando l’autonomia a quella necessaria per trasporti facili e concentrati. Quando, al contrario, l’utente necessita di un’autovettura da crociera, quindi su circuito autostradale ma anche su strada normale per quanto proiettata su lunghe distanze, cambia completamente l’impostazione confermando la non adeguatezza del mezzo elettrico. Tecnicamente si tratta di un fallimento di previsione che vale, per la sola ex Fiat, un 20% di produzione in meno e annesse ricadute occupazionali.
  • Perchè è accaduto questo? Semplice; chi ha “pensato” lo ha fatto sull’onda del “lo dicono tutti quindi ci credo anch’io”, oppure diffondendo opinioni del tutto personali e quindi agendo come propaganda di parte.

  • Ebbene se questa è l’impostazione si chiede il licenziamento in tronco di un buon numero di giornalisti (svuotando le redazioni dei giornali e telegiornali) e delle agenzie pubblicitarie, per aver immaginato e proiettato qualcosa di sbagliato.

  • Probabilmente i giornalisti e i pubblicitari sono persone troppo giovani, inesperte, soggetti privi della saggezza dell’età e dello studio. Qui la responsabilità è delle agenzie che cercano di pagare poco il lavoro altrui a rischio di prendersi delle cantonate così pesanti che vanno oltre il solo pronostico politico errato, non anticipano cali di produzione drammatici.
  • Quando il giornalista diffonde notizie personali, arreca un danno alla testata che non è più credibile, spostando in questo modo l’attenzione del lettore su altre fonti d’informazione. Si tratta dello stesso errore del magistrato che emette sentenze politiche anziché in linea con il diritto rischiando (non ancora per il momento, purtroppo) il suo posto di lavoro.