Commento alla psicologia del pudore

di Giovanni Carlini

Perché nonostante siamo nel 2014 in questo libro si fa riferimento a studi formulati nel 1901 e precisamente da uno dei padri della sociologia: Georg Simmel?
Questo ritorno alle origini, scontando un lessico decisamente ostico ma non per questo meno chiaro, non indica una contestazione verso la sociologia degli ultimi 114 anni (dal 1900 al 2014) nonostante permanga un problema di fondo. Nel caso si voglia tornare alle fondamenta del pensiero sociale per recuperarne la genuinità e quindi comprendere di più, serve ricorrere ai classici. Le valutazioni successive, espresse dalla diverse scuole di pensiero sociologico, appaiano troppo spesso non un avanzamento dello stato del pensiero, ma una sua elaborazione e approfondimento.
Usando termini molto crudi, troppe volte si ha il dubbio di calpestare l’acqua nella pozzanghera perdendosi in derivazioni dal pensiero fondamentale. Ecco perché, pur avendo presente le successive elaborazioni, tenere a portata di mano il pensiero originale, consente di capire meglio e di più su cosa si stia concentrando l’attenzione e gli annessi scenari. In particolare, il ragionamento ruota, ora intorno al sentimento e concetto di pudore.
In epoca moderna abbiamo perso il pudore o si è trasformato in una emozione diversa? E ancora, cosa significa modernità nel contesto del pudore. La domanda è pertinente in uno studio che connette gli effetti della globalizzazione con la devianza sessuale, intesa come malessere e non soddisfazione.
Su questo punto è opportuno soffermarsi. Cosa s’intende per devianza?
Al di là di un sano/malsano divertimento, per cui la vita la si gode come meglio possibile, la devianza qui intesa corrisponde alla solitudine, all’astio, la non comprensione, pretese non soddisfatte, tradimento, richieste non formulate al partner e sfogate altrove, uso della prostituzione in sostituzione del rapporto da considerare immaturo, droga, alcol. Pornografia e masturbazione quali alternative ad un’assenza affettiva che non si è stati capaci di cercare adeguatamente. Quindi scambismo per riempire una vita di coppia noiosa. Quindi l’uso/abuso d’internet necessario a un mero consumo comunicativo, spesso a monte di un rapporto stabile che risulta vuoto, senza avere il coraggio di chiedere e osare di più. La voluta confusione tra nudismo e scambismo e tutte le altre deliberate confusioni sessuali, che nascondono patologie espressive più gravi. Ecco cos’è la devianza sessuale che qui si studia cercando il nesso con la precarietà indotta da globalizzazione. Precarietà che è velocità di trasmissione delle informazioni (TV e internet) senza avere la possibilità d’elaborare un pensiero, quindi sballottati senza capire. Precarietà che è anche disoccupazione. Precarietà che è voglia di fare, ma non sapere a chi rivolgersi o cosa organizzare (carenza di fantasia per uso inibito della sintesi, vittime di un errato sistema comunicativo – si torna qui, in particolare su internet)
In un mondo moderno, dove abbiamo volutamente sostituito il contratto a tempo indeterminato con l’indeterminatezza, abbiamo ritardando i matrimoni e conseguentemente i figli da educare, che avranno genitori più vecchi rispetto le passate generazioni, in un regime di sicurezza economica peggiore e con un sistema formativo scadente. Ebbene su tutto questo, per cercare di capire qualcosa. serve tornare alle origini del pensiero.

Simmel rappresenta questo.
Non solo, sempre Simmel nel campo sociologico come Freud nella psicanalisi, sono le menti più audaci nel cercare di comprendere i processi di sublimazione dalle energie sessuali a quelle sociali.
Detto questo e tornando alla domanda di base, oggi il pudore ha un senso?
Simmel afferma sia all’inizio del saggio che al termine, che non sappiamo esattamente capire il pudore quanto invece viverlo. Ci troviamo in quella parte della sensibilità umana che non si capisce intellettualmente ma che per comprenderla serve percorrerla integralmente.
Forse Dio, per chi ha il dono della fede, ha posto dentro l’animo umano dei meccanismi non spiegabili, che rendono, per questo, l’uomo non replicabile nonostante la tecnica.

Simmel però non si ferma al non spiegabile e chiama in causa 2 tesi di approfondimento:

a) Darwin, che vede nel pudore un’ingerenza altrui in fatti privati;

b) Haverlock Ellis, che spiega il pudore come disgusto di un bizzarro destino che ha sovrapposto aspetti della natura umana capaci d’affascinare o disgustare allo stesso tempo.

La scelta di Simmel è per Darwin, perché Ellis resta troppo trincerato nel sessuale, mentre il fondatore del pensiero evolutivo è capace, con la sua visione di pudore, di coinvolgere la socialità dell’uomo, avvicinandosi all’essenza della struttura sociale nelle sue componenti.
Come spiegherà meglio Birgitta Nedelmann nel 1992, il rapporto sociale si dipana tra una soglia d’accesso superiore (formale) e un’altra inferiore (intima), sulla base della quale Simmel riconosce la personalità. Spiegato meglio, la personalità è quello scrigno, quel nucleo non accessibile a tutti ma che si riconosce negli altri e li riflette.
Il ragionamento si fa complesso è chiama in causa Mead con il concetto del “sé”. Detto in termini più semplici, la persona moderna ha bisogno di differenziarsi dagli altri ma anche d’identificazione con un clan, gruppo o contesto sociale (la famiglia ad esempio).
Il processo sociale per Simmel (mutuando la riflessione dal sociologo statunitense Spencer che per primo studiò questo equilibrio) nasce anche da un gioco di “ci sto-non ci sto” dottrinalmente definito d’identificazione e differenziazione. Perché questo balletto delle parti possa esserci, dove l’essere stabilisce le differenze e soglie d’accesso, serve la personalità la quale per nascere e consolidarsi richiede una sua privacy. Il gendarme a protezione della privacy della personalità si chiama pudore.
Sorge ora, nel 2014 la domanda: nel caso il pudore si trasformi e diventi meno fisico e più morale, resta sempre un’adeguata protezione alla personalità, oppure stiamo vivendo in una fase storica dove le giovani generazioni hanno meno pudore e minore personalità? Questo ovviamente non è una domanda da porre a Simmel ma ci resta come quesito.
L’autore è ancor più attuale perché da questo ragionamento, che potrebbe apparire teorico e astruso emerge il concetto di moderno. E’ moderna quella personalità, secondo Simmel, che sa trovare un equilibrio nella contraddizione tra l’identificarsi e il differenziarsi.
Ancora una volta Simmel ci è prezioso perché smette di vedere nell’altro un nemico (a differenza di Hegel, Nietzsche e più tardi Sartre) quanto piuttosto la rifrazione della nostra personalità, aprendo al concetto di “Sé” descritto da Mead. Ecco come sorge la modernità.
Completa il concetto di funzionamento della società quello di reciprocità dell’azione (wechselwirkung) che è anche alla base del pensiero del grande Max Weber, ufficialmente riconosciuto, con Emile Durkheim, alla base della teoria sociologia.
Weber parlerà di una sociologia comprendente, capace cioè d’includere l’azione sociale come scintilla perche si attui e realizzi “la società”. 
Sarà poi Durkheim a riconoscere la magia della moltiplicazione della forza umana, se posta in sinergia con gli altri. Anche in questo caso il concetto è semplice da spiegare. Poniamo che l’essere uomo sia dotato comunque di una certa capacità, ammettiamo di 70 su 100, in un’ipotetica scala di forza e valore. La sua energia verrà moltiplicata per “n volte” se posta al servizio e condivisa con gli altri, per cui arriverà a valere 90 su 100 o anche 110 su 100 in casi estremi e drammatici (eroismo)
Tornando al concetto di pudore, Simmel così s’esprime nel suo saggio: l’attenzione degli altri viene recepita, da colui che ne è colpito, come una indiscrezione; essi penetrano in questo modo nella sfera della sua personalità, in ciò che è di sola sua competenza. (…) provocando in questo modo un senso d’umiliazione. L’autore aggiunge che la causa scatenante della difesa, appunto il pudore, può provenire da due fonti:

– dagli altri, come già indicato;

– ma anche da noi stessi, giudicandoci in un esame di coscienza.

Si riconosce alla personalità la capacità di scindersi dall’Io per esprimere un giudizio su se stessi, il che spesso è particolarmente crudo. In tal dinamica si apre una terra di mezzo, dove l’altro non è mai completamente sconosciuto. Ecco il motivo per si riesce ad essere particolarmente espansivi con chi occasionalmente s’incontra anche se poi non lo si vedrà più. Si parla al vicino seduto a fianco in un lungo volo o in attesa in fila allo sportello. Sono casi d’estrema apertura emotiva, raccontando di tutto e di più, tradendo quelle sfere già indicate dagli studi della Nedelmann; soglia d’accesso superiore e inferiore. 
Internet è in un certo senso una finestra aperta sul pudore, pronta ad essere richiusa generando con ciò tanto dolore e incomprensione, se non letta nei termini che Simmel offre studiando il pudore.
Lo studioso conclude il saggio parlando anche dalla crisi del pudore, che avviene nella logica di gruppo, quando lo stare insieme in un determinato ambito, porta alla caduta di tutte le protezione sentendosi parte dalla compagnia con gli altri. Questo per fortuna avviene nella coppia (evento positivo) ma esiste anche il lato negativo che viene così descritto: nell’amministrazione delle città nord americane, per rimuovere gli abusi amministrativi, si è costituito per ogni ufficio un consiglio di più membri al posto del titolare unico: immediatamente però si è messo in evidenza che gli abusi hanno preso il sopravvento in un modo ancora più spudorato. La storia antica dà già esempi che a intere corporazioni e senati, sono state fatte offerte che non si sarebbe osato offrire a nessuno. Per il gruppo, nel quale il singolo scompare, è caratteristica la carenza di senso del pudore.
La conclusione al saggio conferma il totale disorientamento della scienza nella comprensione d’atteggiamenti cosi profondi e personali come il pudore che rispecchiano la forma e dimensione della personalità. Al di là dei ragionamenti più o meno condivisibili, restano delle soglie di sensibilità talmente diverse e collocate agli estremi tra persona e persona, che cercarne un punto comune rappresenta ancora un’impresa.
Come qui appena dimostrato, certamente gli studi successivi a Simmel illustrano e completano il ragionamento di fondo, partendo però sempre da una base comune che è il pensiero classico appena descritto.
In una fase difficile della società organizzata, afflitta da una bell’idea mal applicata, qual è la globalizzazione, per capire è necessario ricorrere alle idee fondamentali e quindi partire nuovamente. Con questo spirito, nella ricerca sono presenti Simmel e Freud spingendosi, tappa per tappa, se pertinenti, all’attualità con Bauman e la Hakim.