La supercorazzata. La competizione navale tra Gran Bretagna e Germania.

Questi studi nascono dal bisogno di ricordo, rispetto e onore a tutti i caduti, feriti e dispersi della Prima guerra mondiale a 100 anni dal suo scoppio, riepilogando i diversi capitoli del libro 1914.

Quanto qui discusso emerge dal capitolo 5 del libro 1914 della signora Mac Millan. Il titolo tradisce la vastità del tema.

Ecco due passaggi che ne delimitano il quadro, tratti dalle pagine 147 e 148: L’autore dell’articolo invita i lettori a guardarsi intorno; i giocattoli, le bambole e i libri di fiabe, che i vostri figli bistrattano nella loro cameretta sono fabbricati in Germania, anzi è molto probabile che il materiale con cui si stampa il vostro giornale (patriottico) preferito sia stato importato dallo stesso paese. Buona parte dell’arredamento domestico in commercio, dalle decorazioni in porcellana, all’attizzatoio per il vostro caminetto, è di fabbricazione tedesca, ma c’è anche di peggio: vostra moglie rincasa a mezzanotte da un teatro dove è andata in scena un’opera tedesca, con cantanti tedeschi, musicisti tedeschi e un direttore d’orchestra tedesco. Perfino gli strumenti e gli spartiti vengono direttamente dalla Germania.

Questo grido d’allarme, oggi nel 2015 è assimilabile a quanto l’Occidente sta vivendo relativamente al “made in China”. Sarà la Cina il nostro prossimo nemico nella guerra futura?

Tornando al libro 1914, a pagina 148, ecco la seconda osservazione che merita una riflessione ad hoc: Il direttore dell’ufficio stampa del ministero degli Esteri tedesco osservò che i rapporti internazionali non erano più appannaggio dei “piccoli ed esclusivi circoli di raffinati diplomatici. Le scelte politiche dei governanti, ormai, sono influenzate dall’opinione pubblica nazionale, in una misura che fino a pochi decenni fa sarebbe stata inconcepibile”. Il fatto stesso che il ministero tedesco si fosse dotato di un ufficio stampa era un indizio eloquente: i governi avevano capito che manipolare l’opinione pubblica e incanalare la sua forza per imporre la propria volontà in politica interna come in quella estera, era la nuova sfida del ventesimo secolo.

Da questi due interventi si capisce come la competizione navale in realtà fosse solo l’estremizzazione di un movimento d’eventi più vasto.

Interessante osservare come per la prima volta, nella storia moderna, uno Stato si doti di un importante apparato di relazioni pubbliche, per aggregare la Nazione intorno a un progetto, seppur discutibile. La critica espressa al termine del capitolo precedente, relativa alla scarsa qualità degli uomini di governo in Germania, permane seppur in presenza d’innovative e intelligenti procedure d’avanguardia nella gestione delle masse, perché comunque i vertici tedeschi, bravissimi nel dettaglio, hanno sistematicamente perso il punto di vista generale. L’estratto qui riportato sulle note caratteristiche dell’ammiraglio Tirpitz, esprimono lo stile di un’intera generazione di quell’epoca; precisa nel dettaglio ma superficiale nelle sintesi.

Per diretto effetto di quest’atteggiamento tedesco, nei primi anni del XX secolo, ogni remota possibilità d’accordo strategico anglo-tedesco, sfumò miseramente, in un crescendo d’ostilità. I tedeschi non riuscirono a comprendere quanto la Royal Navy forse iscritta dentro la sensibilità nazionale come motivo d’orgoglio. La stessa identica operazione si sarebbe potuta compiere in una forma di collaborazione verso l’Inghilterra, anziché di contrasto, ma questo avrebbe richiesto una diversa classe dirigente a Berlino.

Con grandi difficoltà gli inglesi comunque risposero ai tedeschi “colpo su colpo”, nonostante ci fossero diverse questioni sociali aperte, a cui mancavano i fondi necessari perché impegnati nel riarmo navale:

  1. la più importante tra tutte era la questione irlandese con minacce di distacco dall’Inghilterra;
  2. il peso dei sindacati nella lotta sociale con 2 milioni d’iscritti nel 1900, passati a 4 nel 1914 e una forte concentrazione nel settore minerario e nei porti, dove gli scioperi avrebbero messo in difficoltà la Gran Bretagna;
  3. l’allargamento del suffragio aveva permesso a strati di popolazione sempre più semplice, di poter influire sul Governo, specie in una stagione caratterizzata dall’isteria dell’opinione pubblica;
germania

Alfred Kubin La Guerra (1903)

L’autore scrive a pagina 155: Nei 15 anni intercorsi tra il 1889 e il 1904 il costo di una corazzata, cioè di un peso massimo della guerra in mare, era raddoppiato, e quello di un incrociatore, imbarcazione più leggera e veloce, era addirittura quintuplicato. L’estrema frammentazione dell’Impero, per giunta, costringeva la Marina Militare britannica a far stazionare contingenti navali pressochè in tutto il mondo. Nei 20 anni che precedettero il 1914 la spesa militare rappresentò addirittura il 40% del bilancio britannico, un investimento notevolmente superiore, in proporzione, a quello di qualunque altro paese. Anche la tassazione pro-capite, non a caso, era decisamente più elevata che sul continente. Al tempo stesso anche la spesa sociale stava salendo. Come altri governi europei, le autorità britanniche temevano il rischio di disordini interni, e per tentare di scongiurare quell’eventualità investirono in strumenti assistenziali come l’indennità di disoccupazione e la pensione di vecchiaia. (..) Restava da stabilire se l’economia britannica avrebbe potuto permettersi sia le nuove navi da guerra che le pensioni.

Di fronte alla crisi, la Royal Navy s’affidò a un uomo nuovo, Jacky Fischer, un tipo con 3 principi per “la buona guerra”: spietata, inesorabile e senza rimorsi e con ancora 3 principi sulla buona artiglieria: colpire per primi, colpire più forte, continuare a colpire.

Uno dei primi impegni del Primo Lord del mare, Jack Fischer, fu sia la formazione degli ufficiali con l’istituzione dell’Accademia militare, che l’avvio di specifici studi per una nuova supercorazzata, che combinasse nuove esigenze in termini di velocità e blindatura per resistere ai colpi ricevuti dai grandi calibri imbarcati sulle navi nemiche. Questa classe di corazzate si chiamerà DREADNOUGHT. Contemporaneamente Fischer riorganizzò la flotta, riunendo diversi squadroni navali sparsi nel mondo. In questo modo si ebbe:

  • una flotta del pacifico di base a Singapore;
  • una flotta che gravitava introno al Capo di Buona Speranza;
  • una flotta del Mediterraneo;
  • e infine 2 flotte intorno all’Inghilterra per coprire sia l’Atlantico sia il Mare del Nord.

Con questa riforma ¾ della flotta britannica si trovarono di fronte ai tedeschi.

Un terzo passaggio innovativo di Fischer, riguardò l’introduzione massiccia di nuovi motori navali del tipo a turbina, in grado di spostare masse in galleggiamento molto più grandi e a velocità ancora superiori. La corazzata DREADNOUGHT, varata nel 1906 rappresentò una vera e propria rivoluzione. L’autore, a pagina 161 scrive: La Dreadnought, prototipo di una nuova classe di navi da guerra, era la campionessa dei pesi massimi dei mari: enorme, veloce e letale. Le più grandi corazzate dell’epoca avevano in media una stazza di 14.000 tonnellate. Le Dreadnought arrivava a 18.000. Grazie agli innovativi motori a turbina raggiungeva una velocità di 21 nodi i un’epoca in cui le imbarcazioni a vapore toccavano a malapena i 18 nodi. Fisher era convinto che la velocità fosse una protezione più sicura dei rivestimenti antiproiettile, ma la Dreadnought era un’autentica fortezza galleggiante. La sua armatura, sopra e sotto il pelo dell’acqua, pesava da sola 5000 tonnellate. Proprio come un campione mondiale di pugilato, sapeva colpire con la rapidità di un’apre. Aveva in dotazione 10 cannoni da 30,5 cm e batterie di calibro minore. Dal momento che i cannoni erano montati su torrette, la Dreadnought e i modelli successivi avevano il vantaggio di poter sparare in ogni direzione potendo ingaggiare 2 o forse 3 delle attuali navi.

Oltre a figure così carismatiche come Jack Fischer per la Royal Navy (tipiche in ambito di democrazia dove l’intelligenza è viva) anche nel corpo diplomatico vanno riconosciute personalità vivaci. Il riferimento corre all’ambasciatore inglese a Berlino, Eyre Crowe. Come già accade da Mosca per l’ambasciatore statunitense, George Kennan, quando inviò il “lungo telegramma” screditando così tanto la dittatura comunista sovietica, da contribuire allo scoppio della Guerra Fredda, ugualmente scrisse da Berlino, Crowe, quello che divenne il suo memorandum più celebre della sua vita. Berlino e la Germania erano inaffidabili: Capodanno del 1907.

Il più famoso storico tedesco, relativamente alla competizione navale tra Berlino e Londra, Holger Herwing, racconta che la sfida a chi costruisse meglio e di più, fu accolta dall’Imperatore, Gugliemo 2° e da Tirpitz, senza consultare la Cancelleria, il ministero degli Esteri, il ministero del Tesoro, le due agenzie che si occupavano di pianificazione strategica navale (sia lo Stato Maggiore della Marina che il Comando della Flotta d’alto mare).

In base a queste informazioni, si ha una netta sensazione di una Germania alla deriva e in soggezione vero l’autorità, indipendentemente dalla sanità mentale o maturità del vertice politico. E’ un problema che si ripresenterà anche con Hitler.

Comunque nel 1909 il Cancelliere, von Bulow, stanco degli attriti con Tirpitz, sui finanziamenti e completamente aggirato dall’Imperatore, rassegnò le dimissioni.

In realtà Bulow lascò la Cancelleria anche perché pagò per una disastrosa intervista che l’Imperatore tedesco concesse alla stampa inglese, il 28 ottobre 1908, portando i lettori britannici a indignarsi. Da notare come il testo dell’intervista fu concordato prima d’essere stampato, infatti fu trasmesso alla Cancelleria dal Kaiser (una volta tanto) ma von Bulow non gli prestò la dovuta attenzione. In termini mediatici fu un disastro. Per poco lo stesso Kaiser non dovette abdicare!

Intanto, mentre nella corsa navale i tedeschi stavano perdendo quote, iniziò a farsi strada il timore, in Germania, che gli inglesi potessero replicare il bombardamento navale di Copenhagen del 1807, con l’intero sequestro della flotta danese. Già questo particolare storico, accaduto un secolo prima, la dice lunga sulla cattiva fede degli inglesi in campo di competizione navale e darebbe tutto il diritto ai tedeschi, di formarsi una loro marina d’alto bordo per le necessità coloniali della Germania! Certamente la storia narra di ben 2 progetti di questo tipo, modello blitz, studiati da Jack Fisher ai danni della flotta tedesca, quindi i timori non furono infondati. Prima di concludere questo capitolo, è saggio registrare 2 particolari. Il primo è come quegli stessi cantieri navali di Danzica (Prussia) che lavorarono alacremente per costruire la flotta tedesca, nel 1945 passarono alla Polonia con il nome di Gdansk e le officine Schichau furono assorbite nei cantieri navali Lenin, per servire un’altra dittatura. Negli anni Ottanta, quegli stessi canteri divennero l’epicentro del movimento Solidarnosc.

Il secondo riguarda l’Inghilterra, divisa tra le forti spese di riarmo e la pace sociale. Contro le spese per la Royal Navy, si schieranono 2 importanti personaggi: David Lloyd George e Winston Churchill. Certo il momento per gli inglesi era critico per la depressione economica del 1908, dove il motto del periodo fu: “La nostra Marina e i nostri disoccupati fanno la fame insieme”. Alla fine si riuscì ad approvare in parlamento “la finanziaria del popolo” come aveva proposto George, tra una marea di polemiche. Il fatto finale, comunque fu che una democrazia riuscì a coniugare riforme sociali e spesa militare, trovandosi nel 1914, allo scoppio delle ostilità con 20 supercorazzate contro le 13 tedesche.

La competizione navale anglo-tedesca, lungi dalle premesse di Tirpitz, anziché avvicinare la Gran Bretagna alla Germania, scavò un solco inammissibile tra i due paesi.