Espansione dispersiva: il dramma britannico agli albori della Prima guerra mondiale

Espansione dispersiva. Quanto qui scritto rappresenta un riassunto tratto dal libro 1914 della scrittrice Margaret Mac Millan dedicato alla comprensione delle cause che hanno spinto alla Prima guerra mondiale.

Pagine 71-73: Queste pagine sono dedicate alla Gran Bretagna e al suo Capo di gabinetto, Lord Cecil Salisbury. Dal loro studio si aprono molte considerazioni:

a) come in quell’epoca nelle scienze sociali era molto ricercata e di moda una “teoria generale”, che tutto sapesse spiegare in forme eleganti e chiare, anche in politica si ricercavano dei grandi teoremi che sapessero raccogliere tutte le esigenze. La formula “splendido isolamento” traduce in politica questo bisogno. Resta il fatto però che negli anni a cavallo tra il 1900 e il 1914, questa “teoria generale della politica” ha rivelato tutti i suoi limiti fino a essere cancellata a operazioni militari iniziate sul continente, nell’agosto 1914 iniziando quella che è nota come la Prima guerra mondiale. Ovviamente la scelta di rompere questo mistico isolamento è stata sofferta e maturata e l’uomo cerniera tra due le ere, pur cedendo l’incarico nel 1900 e successivamente rientrato in politica, è stato Lord Cecil Salisbury;

b) viene così approfondito il concetto d’espansione dispersiva, in base alla quale si è scoperto come l’Impero britannico non sia difendibile perché troppo esteso. In base a questo ragionamento quale tipo di marina o d’esercito sarebbe servito all’Inghilterra? Ecco i grandi temi del governo Salisbury, alla luce anche della competizione navale tedesca, che premeva non poco sugli equilibri inglesi, imponendo importanti spese a bilancio per mantenere il primato della Royal Navy nel mondo;

c) un importante esempio negativo d’ ESPANSIONE DISPERSIVA, era offerto alla Gran Bretagna dall’Impero Ottomano, vittima di se stesso;

Queste riflessioni portano la Gran Bretagna fin “sotto” lo scoppio della Prima guerra mondiale in un regime di profonda incertezza. Ne emerge che la Prima guerra mondiale ha veramente rappresentato uno spartiacque tra modi di pensare e vivere in un prima o dopo. Negli anni che hanno preceduto la Prima guerra mondiale l’ottimismo era la regola, dopo la Prima guerra mondiale la stessa mente si ottenebra per entrare nel secolo del pessimismo qualunquista e individualista. L’espansione dispersiva non rappresentò soltanto un eccesso nella dilazione dei confini da parte di un Impero giunto alla sua fine, ma un effettivo allargamento della fiducia nel progresso. Tutto sembrò possibile, nel tempo che predette la Prima guerra mondiale.

Concludendo questo pensiero, si scrive espansione dispersiva intendendo un momento di ripensamento della politica coloniale britannica, ma si vuole in realtà celebrare il trionfo del possibile per un uomo fiducioso.