Parkinson: quali le possibili cause?

Il Parkinson come noto è una patologia che colpisce l’essere umano per lungo-lunghissimo tempo e rappresenta il collasso del sistema nervoso. Ne consegue che se vogliamo discutere e ragionare di Parkinson, l’epicentro del nostro interesse dev’essere concentrato sul sistema nervoso umano. Come il neurologo interviene a guasto avvenuto, cercando di salvare il salvabile o comunque studiando una cura adeguata, il sociologo s’interroga su 2 aspetti:

  • come rendere vivibile una prigionia, perchè tale è considerato il Parkinson nella Teoria sociologica nota come Il prigioniero da Parkinson nel contesto della Sociologia del dolore (The Prisoner of Parkinson and Pain Sociology)
  • come prevenire il Parkinson, studiando quegli atteggiamenti che ne possono favorire l’insorgenza.

Sul secondo punto è dedicato questo studio.

Si osserva nella società moderna e globalizzata una fortissima accelerazione nel “numero di vite possibili” rispetto a quanto già fu, ad esempio, nell’Ottocento. In ordine di grandezza molto approssimativo e soggetto a critica, si potrebbe quantificare in 17 volte di più, l’intensità degli spunti e possibilità vivibili da una persona nel 2016 rispetto il 1900. Tutto questo è semplicemente meraviglioso. Il problema non risiede nella migliore qualità di vita che oggi è possibile rispetto al passato, ma nel non allineamento tra progresso scientifico e quello umano, caratteriale, comportamentale. In pratica possiamo anche avvalerci di farmaci che allungano la vita e di un jet supersonico, ma restiamo sempre degli animali anche se evoluti. Lo stadio bestiale dell’essere umano “moderno” affiora in ogni scontro che avviene sia sui campi di battaglia, che nelle nostre strade di notte subendo le aggressioni e nel confronto di coppia, che resta ancora violento non avendo imparato ad amare.

Un essere umano (specie in Occidente) è facilmente considerabile immaturo, non solo, ma sa anche d’esserlo, però non è interessato a cambiare, quindi studia e riflette poco. In linea di massima risponde alle molte/troppe sollecitazioni con il sistema nervoso e non quello cognitivo. Siamo giunti al punto. Il Parkinson è una risposta, del sistema nervoso ad un eccesso di sollecitazioni che sono gestibili a patto che si utilizzi il cervello anzichè i nervi. Nessuno si è accorto che le persone “abbaiano” anzichè ragionare, che la litigiosità è in forte aumento a partire dalle mura domestiche per poi dilagare nelle relazioni sociali; ebbene, da dove è possibile credere che emerga il Parkinson se non anche da tutto ciò?

Ovviamente il Parkinson avrà delle cause specifiche che il mondo medico sa interpretare e catalogare, non va però dimenticata questa prospettiva che è tipicamente sociologica. Il punto ora, non è se questa tesi sia corretta o meno, oppure integrabile in quanto già studiato dal campo di ricerca sanitario, al contrario serve chiedersi cosa fare per proseguire a vivere con soddisfazione e successo, senza logorare il sistema nervoso: accendere il cervello. 

Buona avventura.