Niall Ferguson, capitolo 13, Soldi e potere nel mondo moderno, 1700-2000

Niall Ferguson ha già goduto di diversi riassunti qui presentati per singolo capitolo. Lo stesso capitolo 13 è stato già stato anticipato da un commento sull’omogeneità etnica. Ora serve proseguire. Niall Ferguson afferma.

C’è una correlazione tra il fallimento della democrazia nell’esperienza interbellica e la presenza di molti gruppi etnici diversi negli stati. 

Significa che lo scoppio del secondo conflitto mondiale è stato favorito dal fattore etnico. Certo non è stata ovviamente l’unica motivazione. Si pensi però alla Yugoslavia alla Romania e alla Polonia. Sono 3 stati che rappresentano una stratificazione (ammasso) di etnie. Non solo. Ora arriva il boom (come si suol dire).

Il 13% della popolazione tedesca, nel post 1919, era fuori dai confini tedeschi! La Francia con il trattato di Versailles, impose una pace punitiva alla Germania. (L’immaturità della Francia!) Ciò significò 9,5 milioni di tedeschi sparsi in altri stati. Ecco come e perché il nazionalismo si confermò una soluzione. Sono aspetti che solitamente non considera nessuno. Grazie Niall Ferguson.

Lo studio della storia, sotto questo aspetto, apre una luce sul disastro da immigrazione del 2017. Va ricordato Timothy Garton Ash (storico) nella sua affermazione. Qualsiasi stato europeo con una maggioranza etnica inferiore all’80% è instabile.

Da queste valutazioni emerge subito un concetto. Non possiamo applicare a tutte le razze e culture la stessa forma di stato. Tradotto, la democrazia non vale per tutti. Anche il consumo non può essere lo stesso. Qui crolla l’idea stessa di globalizzazione che fa del consumo un collante. 

Sono concetti rivoluzionari rispetto ad oggi. Erroneamente abbiamo voluto dimenticare alcuni aspetti che invece ci esplodono in faccia. Da questi studi, Niall Ferguson ci porta a capire come il NAZIONALISMO fu considerato una semplificazione. In realtà è lo stesso nazionalismo che sta agitando la campagna presidenziale francese in questi giorni. Ecco perché non conviene dimenticare i fondamentali.