Il Melting pot è un’idea. Per funzionare ha bisogno d’alcune premesse. 

In ogni trattato di sociologia del Novecento s’affronta il tema del melting pot. In effetti è affascinante. Il guaio di questo specifico fenomeno sociale è che stato molto celebrato, ma poco studiato. Mi spiego. 

Il melting pot si basa su più culture in collaborazione tra loro. Il nastro trasportatore del fenomeno è l’immigrazione. Fin qui nulla di strano. I problemi nascono quando vanno posti in relazione QUANTITATIVA i diversi gruppi etnici. Finché c’è un gruppo dominante che “apre la porta di casa” alle minoranze, tutto funziona. Laddove il GRUPPO DOMINANTE non è più tale, il meccanismo smette di funzionare. E’ quanto accaduto in Svezia in questi mesi. E’ quanto sta accadendo negli Stati Uniti.

La clamorosa vittoria elettorale di Donal Trump va letta anche in queste righe.

Il problema ora è cercare di stabilire un EQUILIBRIO tra gruppi etnici. La domanda diventa quindi:

A CHE PUNTO SI FRANTUMA LA COMPATTEZZA SOCIALE? O meglio espressa: quanta immigrazione può tollerare la democrazia e un sistema di melting pot?

Sulla quantificazione di questo livello, apriti cielo! Le teorie possono diventare cento come mille.

Una cosa è certa. La Signora Clinton non ha saputo porre il tema all’attenzione della Nazione. Donald Trump si. Che Trump abbia vinto o no, a questo punto non è particolarmente importante. Il concetto è un altro: abbiamo toccato il punto di rottura della compattezza sociale. In Svezia questo è chiaro. In Italia, sottoposta a costante invasione immigratoria, si inizia a capire. Negli Stati Uniti è stato capito. Gli inglesi hanno già agito attraverso la Brexit.

Negli Stati Uniti la popolazione nera è al 12%. Nonostante tutto, non si è riuscito ancora ad integrarla. I primi seri tentativi sono iniziati negli anni Sessanta con il Presidente Johnson (great society). Gli ispanici credo, non sono certo, ammontino a un altro 10% scarso di popolazione. Si sommano gruppi razziali di minore peso. Complessivamente i non bianchi negli Usa dovrebbero diventare il 50% della popolazione nel 2050. Nel caso dovesse avvenire una babele razziale di questa entità, gli Stati Uniti soccomberebbero come Nazione.

In Italia ci sono 5 milioni di immigrati. A conti fatti il 10% della popolazione e questo inizia a rappresentare un problema di compattezza sociale.

In realtà, nel concetto di compattezza sociale, vanno sommati sia i gruppi etnici diversi che i disoccupati.

A questo punto in Italia ci sono 5 milioni di non culturalmente allineati, più 3 milioni di senza lavoro.

Sommando ai disoccupati chi in disagio lavorativo, la cifra ammonta a 10 milioni di persone.

5 i milioni d’immigrati e 10 in disagio lavorativo si arriva a 15 milioni!

60 milioni d’italiani reggono 15 milioni in sofferenza? (il 25% della popolazione).

Ecco dove emerge l’incapacità di governo di un “non eletto da nessuno” (il renzi). Governare richiede la legittimazione politica (assente nel renzi) e anche la conoscenza di cui questo governo di ragazzini è privo. Benvenuto signor Donald Trump.