Los Angeles, in California soffre un abbondante 10% di popolazione residente illegalmente immigrata. L’attuale amministrazione cerca una soluzione con il rimpatrio forzoso degli illegali, ma l’operazione non è da tutti condivisa, perchè?
Come al solito il problema è mal posto nel senso che è sbagliato scagliarsi contro chi sta cercando rimedio quanto incriminare le precedenti amministrazioni (democratiche) che hanno tollerato-favorito il problema.
Ne consegue che urge cacciare via sia il Governatore dello Stato sia il sindaco della città perchè inadeguati. Questo vuol dire che la California smetterà d’essere democratica? è molto probabile.
Applicate tutte le vendette del caso il problema di cosa fare di questo 10% di popolazione non legale, resta!
Gli attuali illegali non possono diventare legali perchè negli Stati Uniti non sono applicati criteri all’italiana maniera, modello “sanatoria”. Ne consegue che il nostro Paese non è affatto ben visto nel resto del Vecchio continente proprio per questa grave superficialità in ambito di politiche migratorie (un colabrodo di Nazione privo di una reale politica migratoria i cui estremi sono: chiudere le frontiere o accettare tutti quelli che si presentano?)
La scelta del Governo della Nazione americana è il re-impatrio forzato degli illegali senza accettare nessuna situazione di fatto.
Quali sono i motivi a favore o contrari alla scelta governativa?
Nel campo degli aspetti negativi c’è la conseguente penuria di lavoratori nei campi, nella ristorazione, assistenza agli anziani e altri lavori di basso profilo ugualmente importanti. Chi dovrebbe sostituire i lavoratori illegali nelle funzioni che vanno comunque assicurate? Qui il richiamo è ai 14 milioni di disoccupati che hanno eletto l’attuale Presidente degli Stati Uniti.
L’auspicio è che le imprese smettano di far lavorare chi le espone a rappresaglie fiscali e legali per assumere DISOCCUPATI.
Non è ancora stato capito se gli attuali senza lavoro siano disposti a coltivare i campi.
Los Angeles si conferma al momento un importante laboratorio sociale per ricostruire la Nazione.
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