Immaturità & maturità, il riferimento è dedicato ai prossimi esami in programma a giugno 2021.

Per semplificare l’iter, rispetto al passato, si è voluto comprimere tutto il processo d’esame a una chiacchierata orale.

Non ci sono dubbi che si tratta di una scappatoia necessaria a coprire una cattiva qualità di servizio reso alla Nazione. Peccato che non sia chiamata in causa la precedente gestione della scuola italiana nella persona del Ministro, noto a tutti come “Miss rossetto”.

La capacità d’insegnamento dei nostri docenti, attraverso la didattica a distanza, è modesta se non mediocre. Perchè è accaduto questo?

Non sarebbe stato difficile addestrare il personale in 30 gg e tagliare fuori quelli non idonei alla traduzione dall’aula al video delle loro lezioni. Purtroppo ci si è messa di mezzo la politica che ha preso la scuola come fiato per dire qualcosa coprendo in questo modo la scarsa qualità della docenza.

Comunque sia, ora si stanno per celebrare gli esami di maturità 2021.

Pur essendo eccezionalmente semplificati rispetto alla norma, nello sviluppo dell’esame di Stato si sta osservando un fatto nuovo.

Per evitare manifestazioni d’immaturità, il corpo docente sta imprimendo negli studenti un lessico e argomenti molto precisi da cui è vietato deviare. In pratica lo studente è stato ridotto ad essere un ripetitore, un bla..bla…di quanto concordato. Una sorta di filastrocca da recitare davanti alla commissione.

Aver ridotto la capacità di gestione di un’informazione al massimo nel narrarla, senza alcuna interpretazione significa uccidere la cultura.

A Milano ho osservato un docente di diritto imporre le ONG come argomento di discussione ai loro studenti. Ovviamente vietato discostarsi dal dogma dell’accettazione acritica del fatto; è il caso dell’IIS Cardano di Milano.

In altre scuole lo studente avrebbe voluto discutere d’industria siderurgica e del caso Ilva-AlcelorMittal, ma il docente d’economia ha ridotto tutto a una narrazione storica del ferro estratto dall’Isola d’Elba (da cui deriva il nome Ilva).

Possiamo chiamare “maturità” l’aver appiattito il pensiero degli studenti?

In realtà si sarebbe dovuto solo assegnare un argomento all’allievo lasciando libero d’esprimere IL SUO PENSIERO DOCUMENTATO E RAGIONATO.

Certamente vietato “io penso che” educando, in questo modo, i futuri cittadini alla libera espressione ragionata e documentata ricca di riferimenti, note a margine, concetti e punti di vista.

Peccato che l’immaturità del corpo docente svaluti la maturità.