Il dramma della ricerca di un nuovo rapporto per le donne separate

Le donne separate si trovano, in maggioranza, in una sorta d’attesa per un qualcosa che potrebbe anche non accadere. Tutto ciò in un contesto di lamentela per la volgarità e sesso sbrigativo richiesto dei maschi. In pratica, come spesso è stato osservato, le donne “reduci” da una separazione, vorrebbero rivivere la loro primavera. Specificatamente quell’intensa fase di corteggiamento, che intorno ai 20-25 anni d’età, apprezzarono per giungere al primo matrimonio. Si tratta di una richiesta comprensibile, che si scontra con uomini “stanchi”, desiderosi di concretezza senza romanticismo. In pratica entrano in collisione 2 tipologie comportamentali. La prima femminile e romantica. La seconda brutalmente concreta. In fondo questo dilemma coglie l’intera storia della relazione donna-uomo.  In seconda ricerca di stabilizzazione, però, l’immaturità sentimentale maschile diventa drammatica per la passività e lo shock affettivo già subito dalle donne.

Qui non si vuole tratteggiare un maschio orco e una donna “vergine”. In realtà sono entrambi partner del loro fallimento o successo. 

Quello che pesa nel mondo adulto femminile, in ricerca di un nuovo amore, è la sofferenza. Un trauma subito nella separazione, assimilato a un’idea di tradimento consumato. Indipendentemente dalle effettive e comuni responsabilità tra partner, la donna separata è stata “tradita”. Per il solo fatto di trovarsi sola si sente tradita e violata da una sorte/marito ingrati. Il tutto restando comunque acritica sulle sue effettive responsabilità.

Si conferma così un processo d’assoluzione che non consente l’elaborazione “del lutto” affettivo subito.

Confermando la posizione di vittima, la donna separata chiede passivamente onori e rispetto. Quest’atteggiamento, che si conferma sofferenza pura, impedisce alle “reduci” quella vivacità di quando erano ragazze. Quelle stesse giovani alle prese con “maschi” coetanei concreti e brutali d’allora, che furono però educati e riportati a un livello di civiltà affettiva per sposarsi. Oggi la donna adulta, scioccata dalla separazione, resta disarmata, non più capace di proporre o reagire, restando passiva e impaurita. Tutto questo nell’attesa (spesso vana) d’essere nuovamente colta come frutto maturo da uomini “stanchi”. Che disastro sociale!