Laurea in imprenditoria. Oggi l’imprenditore chi è e cosa è? Nessuno lo sa. E’ imprenditore colui che all’art. 2082 del Codice civile.
Forse meglio spiegato nell’art. 2555 individuando il concetto d’azienda.
In realtà è imprenditore una donna o un uomo che ha delle visuali che sa applicare. Non esiste, in questo momento un titolo che qualifichi un corso di studi in imprenditoria.
AAA cercarsi un imprenditore preparato con esperienza dotato di una laurea in imprenditoria.
In Italia ci sono 3,5 milioni di persone che cercano un lavoro. Non solo, la produttività italiana è sempre inferiore in ambito Ue e del -25% rispetto gli Stati Uniti. Su 5 milioni d’imprese italiane, l’85% è padronale. Mediamente impiegano tra le 2 o 3 persone. In Germania sono 32 i dipendenti medi dei 4,5 milioni d’imprese. Questi risultati emergono da una classe di “manager”/imprenditori che sono spesso solo figli o familiari dell’imprenditore. Ciò significa persone non preparate al ruolo di dirigenza. Non hanno studiato per dirigere, non hanno viaggiato, non hanno capito a sufficienza per comandare. A volte l’imprenditore è laureato (evviva). La laurea però resta documento formale a giustificazione di un’importante arroganza. La lauree (troppo spesso triennali anziché a cultura completa) possono essere le più svariate. In questo modo troviamo una laureata in arte nella selezione del personale! (nessuno ne ha compreso l’attinenza).
Esistono percorsi accademici di valore. Il riferimento corre alla laurea in economia con master. Il Master business administration è una ottima soluzione per completare la laurea. Esiste un meraviglioso percorso in ingegneria gestionale. In Veneto c’è un’ottima struttura che fa capo al CUOA limitandosi al post laurea. A Roma, la Confindustria, ha lanciato la “sua” università che si chiama LUISS. Sono tutte risposte parziali a un problema percepito. Manca una soluzione.
La soluzione
Per soluzione s’intende un corso universitario interfacoltà in imprenditoria. Per interfacoltà ci si riferisce a un corso accademico ufficiale che “prelevi” gli esami da più facoltà. Il riferimento è alle facoltà di economia, giurisprudenza, scienze politiche, ingegneria e sociologia. 4 dipartimenti per concorrere alla formazione di un titolo accademico specifico: laurea magistrale in imprenditoria. Esiste già un interfacoltà a Torino. Si tratta della laurea in scienze strategiche a cui accedono militari e civili. Perchè non estendere questa mentalità anche agli imprenditori?
Il programma di studi
Gli studi pertinenti alla laurea in imprenditoria vanno concordati con la Confindustria, il sindacato, l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e l’INAIL. Non solo. Serve il contributo anche della Camera di Commercio, del Ministero degli Esteri e della Guardia di Finanza. Nei 5 anni di studi servirà approfondire:
- dalla facoltà di giurisprudenza sono importanti 6 esami: diritto pubblico, diritto privato, diritto commerciale, diritto fallimentare, diritto del lavoro e il diritto amministrativo.
- dalla facoltà di economia 6 esami: economia 1 (micro), economia 2 (macro), economia 3 (analisi), matematica generale, statistica 1 ed economia internazionale.
- dalla facoltà di scienze politiche 6 esami: scienza politica, storia del pensiero politico, storia del sindacato, relazioni internazionali e altro
- dalla facoltà di sociologia 3 esami: sociologia del lavoro, storia del pensiero sociologico, sociologia del diritto
- dalla facoltà di ingegneria 3 esami: disegno meccanico e altro.
- sono obbligatori dei seminari presso la Guardia di Finanza, l’INPS, l’INAIL, il Sindacato e l’Agenzia delle Entrare.
- sono obbligatori la conoscenza base dell’inglese, francese, spagnolo e tedesco almeno per gestire una conversazione essenziale. Le lingue straniere andranno insegnate insieme e non in corsi separati. Quindi ci sarà un unico seminario di studi basato su più idiomi stranieri anzichè singoli corsi come oggi.
Effetti pratici
Un imprenditore titolato con laurea in imprenditoria e un master MBA. Con un accertato percorso all’estero quinquennale (favorito dell’Università nelle imprese più aggressive del mondo). Dopo 10-12 anni di preparazione può entrare in azienda per iniziare la carriera. La carriera rappresenta la stratificazione dell’esperienza. Un Capo dell’impresa con 10 anni di studi e 15 d’esperienza, è un imprenditore. A un’età media di 45-50 anni certamente abbiamo un prodotto umano e professionale adeguato alla complessità del mondo globale o post globalizzato quale aperto da Brexit e Trump.
Un personaggio di questo tipo deve pagare meno tasse rispetto quelli oggi in servizio. Un imprenditore così formato esprime un servizio alla Nazione e dovrebbe essere esentasse. Il Capo d’impresa che assume, svolge ricerca a sviluppo, si avvantaggia dei fondi pubblici ed è internazionalizzato, rappresenta una ricchezza per il Paese. Non delocalizza ma assume! Questa figura serve la comunità e ha bisogno di un riconoscimento. Per non pagare le tasse andranno assunte tot persone ogni anno. Insomma va ricercato un nuovo profilo fiscale per l’imprenditore titolato.
Un collegio che sia l’Accademia d’imprenditoria
Per favorire il ciclo di studi di una laurea in imprenditoria, serve un’Accademia. In questo collegio gli studenti saranno educati e accompagnati agli studi. Gli esami e le lezioni saranno svolti presso un Ateneo pubblico/privato già esistente. Studenti del collegio saranno i giovani per 5-6 anni fino al raggiungimento della laurea magistrale. Ci sarà anche un corso on line per chi è già imprenditore al fine di poterlo titolare. I benefici fiscali andranno sia alla nuova classe d’imprenditori (serve attendere 25 anni) che ai nuovi se certificheranno almeno 3 di studi e 3 di esperienza all’estero. Il Collegio avrà un Rettore responsabile della formazione (ed effetti fiscali) sia per i già imprenditori che studenti. Tutto sommato una “Normale di Pisa” per l’imprenditoria italiana.
AAA cercasi un imprenditore formato
Un percorso come qui progettato, distrugge il lavoro svolto da società di ricerca personale come Michael Page, solo per fare un esempio. La lista però è lunga!
Il riferimento alla Michael Page corre a un’impresa che cerca solo baby manager, ovvero persone sotto i 35 anni, senza indicarlo in chiaro! Gli operatori sono solitamente troppo giovani per capire e saper selezionare figura carismatiche e creative d’innovazione nell’industria italiana. Interpellati i “selettori” e compresa la loro oggettiva difficoltà, rispondono: non sono autorizzato a metterla in contatto con la segretaria dell’amministratore delegato. Quindi la Micheal Page è una società di ricerca del personale che non sa comunicare con l’utenza. Non è finita. Limitandosi ai soli parametri di ricerca, la Page, non sa offrire una consulenza ampia alle imprese. Questo perchè limita la selezione senza saper individuale figure creative.
Realtà di questo tipo contribuiscono a deprimere la categoria dei manager d’impresa e del sistema azienda. In pratica è come applicare uno sciopero bianco in un’azione di creazione nell’arte umana. L’arte, perchè tale è, nella selezione dei quadri più creativi per l’azienda Italia, non può essere affidata a dei ragazzi. Infatti la Michael Page non sa cercare, per conto e a favore delle imprese italiane. Lo attestano quei 370 curriculum inviati da un manager con 4 lauree e 30 anni d’esperienza, mai chiamato a colloquio. Il perchè? “ha risposto troppe volte alle ricerche pubblicate” (e ha più di 35 anni d’età)