Ue e delusione. Che gioia! Ho creduto nel No al referendum greco dal primo momento perché non si può restare straccioni nell’Unione.

Ue e crisi della. Prevedere che vincesse il No, al referendum greco, è stato facile e stupisce l’immensa stupidità degli organi di stampa europei quanto italiani come anche della borsa, che ha scommesso sul “si” e ora ne pagano le conseguenze. L’errore di valutazione commesso sia dai politici che economisti e imprenditori, è grave, dimostrando come sia necessario un cambio generazionale come ricordato nel libro L’IMPRESA PADRONALE in libreria fra qualche giorno.

La mala fede di chi ha spinto per il “si” al referendum greco è manifesta quando ha chiesto un “si” all’Europa confondendo gli argomenti. Il referendum ha detto NO all’euro e a un modo di gestire politicamente l’Unione ma questa non è l’Europa. Ci sono 49 nazioni in Europa e solo 27 fanno parte della Ue! La Ue, Unione Europea è certamente una buona idea ma applicata in forme pessime: da chi la richiesta di dimissioni di massa ai vertici della Ue e anche di governi nazionali. L’Europa è una realtà sociale, economica, politica e culturale. La Ue è solo un accordo a 27 che non è riuscito a spingersi oltre l’aspetto economico lasciando molto a desiderare sul piano politico.

Il NO  della Grecia rammenta a tutta la Ue come la democrazia si applichi: permettendo il voto alla Nazione! In Italia questo non è mai stato possibile.

Detto questo passiamo all’analisi del futuro.

Riprendere la trattativa in ambito Ue è sbagliato. Non è la Grecia che deve presentarsi alla Ue ma è la Ue che deve rivedere il suo modo di fare. Che domani, lunedi 6 luglio le banche greche escano sul mercato con la dracma,  lasciando l’euro. E’ l’unica reale alternativa per evitare di restare dei poveracci nella Ue. Questo è l’augurio al popolo greco: si riapra l’Europa delle Nazioni.

Tornando alla dracma la Grecia assumerebbe le sembianze di una Cina europea, perchè in luogo di un fittizio cambio 1:1 con l’euro, presto (12 ore al massimo) si stabilizzerebbe al -80% e questo comporta, agli effetti pratici, che se un operaio italiano chiede 26 euro/h uno greco (europeo e acculturato) è contento con 9-10 euro lordi!

Ovviamente questo sono concetti troppo complessi per gli analisti dell’Unione Europa e italiani! Per maggiori approfondimenti ho già scritto, in questo sito, come vedrei un piano di marketing in regime di Grexit.

Auguriamoci buona fortuna perchè i prossimi mesi, in Italia, saranno duri e difficili, compreso un cambio di governo rispetto quello attuale diretto da un soggetto non votato da nessuno: il renzi privo di legittimità politica il che conferma l’anomalia italiana.

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