La terza grande depressione è un fatto annunciato da tempo e si sta attendendo che si concretizzi; non c’è scampo. E’ stato già scritto ben 3 volte, in questo sito, sull’argomento Terza grande depressione, ma nonostante ciò pervengono richieste allarmate d’approfondimenti che richiedono una successiva spiegazione.

Il primo punto, ed il più importante, è che non è evitabile.

La Terza grande depressione non è evitabile per l’eccesso d’indebitamento sul PIL. Vedasi la finanza creativa del Mario Draghi quando era Governatore della Banca Centrale Europea nella stampa di 80 miliardi/mese dal 2015 al 2019 (in gergo tecnico si chiama Quantitive easing). Indubbiamente quando quest’operazione a forte impatto inflazionistico fu varata, ebbe lo scopo d’evitare il primo fallimento italiano per eccesso d’indebitamento. Un fallimento, quello italiano, che si sarebbe portato dietro sia la moneta unica sia la stessa Unione Europea. Per scongiurare ciò la BCE stampò, come già gli americani della FED ci hanno insegnato nel 2010, la stampa di carta moneta pari a 80 miliardi mese distribuiti alle banche.

Cosa ci hanno fatto le banche con questo denaro? E’ stato garantito alla Banca d’Italia e quindi allo Stato, l’acquisto di titolo pubblici.

Nessuno ha il coraggio di ricordare che un solo studente costa allo Stato 7mila euro e che la spesa sanitaria è folle. Ne consegue che è meglio far debito che assegnare le responsabilità ad abusi e sprechi indicando nome e cognome. Sono 40 anni che sento di ricchi che pretendono prestazioni sanitarie che non gli sarebbero dovute!

Una debole speranza è fare debito per ricostruire tutto da capo; è il caso dell’Ucraina dove tedeschi ed americani dovrebbero ricostruire da zero una Nazione. Gli effetti sul PIL, di questo enorme lavoro, saranno sicuramente efficaci, ma non tali da ridimensionare un indebitamento che ha raggiunto il 300% del PIL negli Usa e il 270% in Italia.

Scritto meglio, si produce 100 e si spende per 3 volte di più negli Stati Uniti d’America. Non furono queste le intenzioni dei premi Nobel Modigliani e Miller quando nel 1958 parlarono dell’effetto benefico dell’indebitamento!

Nell’immagine di copertina, proveniente dal New York Times che si ringrazia, ci sono degli americani che si sono apposti una spilla sulla giacca indicando la crescita del debito nazionale.