Prima guerra mondiale: Il difficile rapporto tra l’Impero Austroungarico e la Russia

Capitolo 8 – La Duplice alleanza austro-tedesca

Questa serie di studi qui pubblicati, capitolo per capitolo, derivano dalla sintesi e riflessioni svolte sul libro 1914 della Signora Margaret MacMillan, che nonostante i suoi visibili limiti (già descritti nell’introduzione a questa ricerca) viene utilizzata come testo di riferimento per onorare i morti, dispersi e feriti della Prima guerra mondiale a 100 anni dal suo scoppio.

Dopo aver esaminato la Russia (capitolo 7) la Germania (capitolo 3 e 4) la Francia (capitolo 6) la competizione navale (capitolo 5) e la Gran Bretagna spezzettata in tutti i capitoli, ora lo sguardo volge all’Impero Austroungarico o Duplice Monarchia.

Su questa realtà ci sono delle considerazioni da svolgere:

  • in analogia all’Impero Ottomano, anche quello austroungarico raccoglie in sé un numero impressionante di nazionalità e popoli con 11 linguaggi diversi. Fino al 1800 questa caratteristica non rappresentò un problema di una certa gravità, ma la situazione mutò radicalmente con la nascita del nazionalismo e soprattutto di quel tipo di nazionalismo, tipico di fine 800 e inizio 900, che includeva in sè posizioni ostili verso gli altri. Va quindi segnalato, a carattere generale, il nazionalismo come causa scatenante della fine dei 2 imperi qui citati. Si precisa che essere nazionalisti, non vuol dire per forza di cose essere ostilicontro altri popoli e Nazioni, anche se quest’atteggiamento ne esprime la patologia classica;
  • in più, specificatamente per quello austriaco, successivamente alla perdita della guerra con la Prussia, nel 1866, (Guerra dei Ducati) s’assiste a una netta presa di posizione ungherese, verso Vienna, tale da pretendere e ottenere un Compromesso, ovvero una forte autonomia. Questo distacco dall’Impero, pur facendone parte, ha assunto toni di un’asprezza e superficialità tali, da essere definito da Sigmund Freud, nel libro Il disagio della civiltà, pubblicato nel 1929, come “narcisismo delle piccole differenze”. Un atteggiamento simile è segnato nella storia per la sua stupidità, ma anche per la capacità di portare al soffocamento l’idea stessa di Stato unitario. L’Imperatore d’Austria, per superare questa crisi, prese anche in considerazione l’ipotesi “d’invadere” l’Ungheria, ma riuscì meglio nel minacciare il suffragio universale maschile, in analogia a quanto già in essere in Austria. Infatti gli “ungheresi”, quelli al potere, in realtà erano a loro volta una minoranza (eletta solo dal 6% della popolazione) intesa a schiacciare i polacchi, i rumeni e gli ucraini. A questo punto ci si accorge di una “piramide d’oppressione” per cui effettivamente l’Impero Austro-ungarico è stato definito “la prigione delle nazioni”.

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La somma di questi due aspetti, comunque connessi intorno all’idea e bisogno di nazionalismo, esprimono il dramma dell’Impero austriaco. Un Impero che diventa l’unico sbocco per quello germanico, all’indomani dell’Entente cordiale e del riavvicinamento tra la Gran Bretagna e la Russia, in una morsa stretta intorno all’Europa centrale di cultura tedesca.

In questo modo gli assi d’attrito europei si stabilizzarono intorno ai seguenti aspetti:

  • tra la Russia e l’Austria sulla questione balcanica, specie per il ritorno d’interesse russo verso l’Europa, dopo le cocenti sconfitte in Asia;
  • tra la Germania e la Gran Bretagna;
  • tra la Francia e la Germania, riuscendo a trovare un’intesa, contro questo stallo con la Gran Bretagna e la Russia. Va dato atto della superiore capacità francese nel saper gestire i problemi internazionali, al netto della pessima immagine che si ha della III° Repubblica;
  • l’Italia ha un contenzioso con l’Austria (sia per i territori irridenti che come espansione sui Balcani) e con la Francia per la Tunisia e il territorio di Nizza, ceduto in cambio dell’aiuto ricevuto, in termini militari, nelle guerre d’indipendenza.

La Germania non avrebbe voluto seguire l’Austria contro la Russia, ma questo è stato considerato il prezzo da pagare per l’alleanza, che si sancì nel 1879 cui seguì nel 1882 la Triplice. L’Austria, nel 1897 cercò un accordo con la Russia per evitare che i Balcani potessero dividerli, e in effetti furono trovati dei momenti di serenità, che non seguirono però ai fatti. L’Austria in realtà, aveva la Bosnia in amministrazione sin dal 1878, che avrebbe annesso nel 1908, provocando così una gravissima crisi con la Russia; quasi una guerra. Una Russia, che a quell’epoca si era già rivolta verso l’Europa. Specificatamente per le istanze italiane irridente, ci furono diversi passi tedeschi nei confronti dell’Austria, ma senza risultato. In termini internazionali i rapporti con la Francia non sono mai stai buoni e quelli con la Gran Bretagna di sola collaborazione nel Mediterraneo, finchè la Russia non trovò l’alleanza con la Francia. Nel 1906 s’affacciano nella gerarchia austriaca due personaggi importanti: il Capo di Stato Maggiore, Generale Conrad (particolarmente propenso allo scontro militare) e l’ambasciatore Aehrenthal agli esteri, forte di una sua politica assertiva in particolare verso la Russia (assertivo significa avere la capacità di saper affermare dignitosamente la propria posizione, senza offendere o urtare l’interlocutore).

Sul piano economico i rapporti austro-tedeschi erano ottimi, soffrendo entrambi dei bassi prezzi dei cereali russi, in grado di danneggiare le produzioni locali, specie austriache, tanto da condurre alla chiusura o spezzettamento d’importanti proprietà fondiarie, introducendo forti elementi d’astio sociale nella comunità urbana.

I grandi protagonisti dell’Impero asburgico furono, dopo la perdita del titolo di Sacro Romano Impero e della scomparsa di Napoleone:

  • Francesco fino al 1835;
  • il figlio Ferdinando fino al 1848;
  • quindi il nipote Francesco Giuseppe, fino alla fine dell’Impero nel 1916;
  • ci sarebbe stato Francesco Ferdinando, nipote di Giuseppe, ma morì a Sarajevo nel 1914.

Tra tutti, l’unico che cercò una reale soluzione al problema dell’Impero, creando un terzo polo slavo tra le nazionalità, fu ucciso nel 1914: Francesco Ferdinando.

Dell’Imperatore, Francesco Giuseppe, la storia racconta di una persona cortese con tutti, ma molto attento alle differenze sociali e alle questioni di gerarchia. Sposato ma non felice, restò un regnante triste e non comunicativo, spartano, ma non leader. Riceveva i singoli ministri, ma mai in una visione globale, aggravando così i problemi dell’Impero.

Nel mondo europeo, parlando dell’Impero austro-ungarico ci si riferiva al “cadavere sul Danubio” afflitto da burocretinismo e da un’esagerata pubblica amministrazione (su 28 milioni di sudditi ben 3 erano impiegati pubblici).