La malattia del comportamento umano sta guadagnando nuovi sviluppi di cui non ci si rende conto.

Per malattia del comportamento umano si possono intendere molte patologie. Qui in dettaglio se ne vuole studiare una in particolare: la fissazione. Fissarsi su un unico aspetto, nell’analizzare gli aspetti della vita, è una malattia. Definiamo cosa sia, in questa ricerca, una patologia del comportamento.

E’ una forma di malattia colui che rinuncia a considerare i più lati della realtà. Ne consegue una fossilizzazione sostanzialmente voluta su 1 o forse 2 visuali. Non di più. Ed ora gli esempi pratici. 

Ieri, 6 aprile, una persona in effetti simpatica, mi scrive: non possiamo più avere contatti. Questa voluta interruzione nello scambio d’idee deriva da mie affermazioni. Ho affermato che, pur con indignazione, i bombardamenti degli alleati del 1943 sull’Italia, sono stati necessari. Sarebbe stato meglio non colpire i civili! Comunque, al dolore è seguita la democrazia e lo sviluppo della nazione. Ovviamente dispiacere, dolore e rispetto per le vittime di allora. Spero che lo Stato di oggi possa riconoscere le privazioni subite. Resta il fatto che storicamente parlando, quella sofferenza è stata necessaria. Peccato per il dolore, ma la storia funziona così. Il personaggio simpatico risponde che non può più relazionare con chi accetta i bombardamenti sull’Italia. Analizziamo il fatto. Questa persona è volutamente ferma al 1943. Discute appassionatamente di quel periodo, ma non va oltre. L’intera sua capacità di riflessione si ferma al fascismo. Questa è una scelta di malattia.

Non è finita. L’omosessuale chi è? Un personaggio che apprezza lo stesso sesso. Come abbia fatto a piegarsi su se stesso è veramente un dramma. La sessualità è per natura su 2 generi. E’ chiaro che qualcosa non funziona nella scelta riduttiva a un solo genere. La malattia del comportamento sessuale nell’omosessualità è confermata anche da altri aspetti. La relazione sociale ad esempio. Quale l’attinenza tra comportamento e sessualità? Perchè condizionare il modo di relazionare nel sociale alle scelte sessuali? Ecco dove si conferma la patologia nell’omosessualità. Essendo più gli “uomini” che le donne, colpiti nell’atteggiamento sociale per effetto delle scelte sessuali, si conferma nei primi una pesante malattia del comportamento.

Il ragionamento potrebbe proseguire. Impressiona da matti come sia possibile in questo 2017 che ci siano “belle persone” bloccate su fatti del passato. Oppure incastrate in un solo aspetto della vita. Che spreco! che immane perdita di potenziale umano! 

In termini culturali emerge con la Signora Zita una riflessione. Franz Kafka, agli inizi del secolo, riuscì a scrivere una lettera di 28 pagine come dichiarazione d’amore. Partì quindi da Praga per raggiungere la sua ragazza a Berlino. Riuscirono a non incontrarsi. In un modo e nell’altro si persero di vista. A una seconda fiamma della sua vita, Kafka riuscì a scrivere 36 pagine di lettera per dichiararsi. Anche il secondo esperimento amoroso andò perduto. Come mai un grande scrittore non seppe esprimersi? Ecco un altro lato della malattia del comportamento. Non basta sentire amore, è necessario manifestarlo.

La relazione affettiva impone la manifestazione del sentimento. Provare qualcosa senza esprimerlo significa restare a zero. Anche su questo aspetto c’è da riflettere come malattia del comportamento. 

Conclusioni. La relazione sessuale sana e completa include 2 persone. E’ corretto che uno sia positivo e l’altro negativo come polarità. Questo lo afferma la natura. Solo “l’uomo” nel suo essere perverso è riuscito a scombinare il concetto. Quest’ostinazione nell’essere contro natura è espressione della malattia nel comportamento. Non è finita. E’ ancora malato colui che si è chiuso alla vita. Blindarsi nel vestirsi di un solo colore ad esempio (gente che va vestita tutta di nero) o è a un funerale oppure si è persa. Il perdersi su 1 solo aspetto è indice di patologia. Si osserva la stessa dinamica negli Stati Uniti di oggi, monotonamente ostile al Presidente. La parte della Nazione che ha perso le elezioni, blindandosi nella iper critica, manifesta una malattia del comportamento. Il ragionamento riguarda anche il Pd, in Italia, che si avvia all’estinzione, avendo tradito la volontà del Paese di votare.

Ecco che la malattia non è più un fatto individuale o collettivo. Si conferma come un deficit di relazione, volutamente scelto o sofferto. Può quindi colpire comunità o individualità senza rendersene conto. Siamo tutti malati? no! L’importante è cercare l’equilibrio rinunciando a chiudersi in 1 sola visuale forzatamente voluta. E’ quel “forzatamente” che fa la differenza tra sano e malato.