Intelligenza artificiale, una semplice parola e una grande responsabilità che si chiama disoccupazione. Considerato che per essere scientificamente corretti ad un concetto è necessario assegnare un’ordine di grandezza, è necessario quantificare l’incremento della disoccupazione; ebbene eccolo, i senza lavoro crescerebbero, se applicassimo l’intelligenza artificiale, del 47%
Un 47% in più di disoccupazione a causa dell’informatica ed elettronica, è tanto o poco, senza voler considerare il lato umano dell’aspetto?
Anche qui non è corretto affidarsi al sentimento e servono delle analisi oggettive.
Il confronto è con la seconda grande depressione, quella del 1929 (la prima grande fu del 1873 ed iniziò con i fallimenti bancari di Vienna, la seconda del 1929 con i fallimenti delle banche a New York).
La seconda grande depressione causò la perdita di lavoro al 25% della forza.
Ora il quadro è completo. Sapendo che un 25% di disoccupati richiese la Seconda guerra mondiale per risolvere il problema economico, con un 47% che succede?
Il quadro inizia a farsi più completo, ma qui ci sono solo i numeri, serve approfondire il concetto con chi lo ha espresso, calcolato, maturato.
Quando affermato si trova in:
- pagina 173 del testo di Nouriel Roubini dal titolo “La grande catastrofe” pubblicato a gennaio 2023 per il mercato italiano da Feltrinelli;
- Daniel Susskind, autore del libro “Un mondo senza lavoro” pubblicato per il mercato italiano a maggio 2022 da Bompiani;
- Oxford university, 2013, ricercatori Carl Benedikt e Michael Osborne, indagine applicata su 702 tipologie d’occupazione diverse.
A questo punto il quadro è completo; c’è l’idea, la quantificazione e la fonte da dove proviene.
Con questi dati è possibile chiedersi: il mondo serve alle persone e alla loro qualità esistenziale oppure si deve appiattire su aspetti particolari come la sola economia e annessa produttività intesi oltre un certo limite e tale limite si colloca oltre la qualità dell’esistenza umana? Il punto adesso è porre il limite oltre il quale le persone si ribellano diventando luddiste (da un personaggio immaginario, Ned Luud, Il “Generale Luud” che nel 1779 avrebbe distrutto un telaio in segno di protesta.
La situazione è stata efficacemente descritta sia da Eric Hobsbawm (uno studioso, storico, dichiaratosi di sinistra, vissuto dal 1917 al 2012 autore del famoso testo “Il secolo breve“) sia da Laura Salvadori e Claudio Villi, con le seguenti parole: “La vita delle classi lavoratrici era misera, meschina, sordida, bestiale, breve e soprattutto malsicura, e le religioni che esse sceglievano rispecchiavano tale situazione (..) Cercavano un appoggio per portare il fardello delle loro sofferenze» pubblicato nel testo “Il luddismo“, Roma, Editori Riuniti, 1987