Il trattato di Vestfalia del 24 ottobre 1648 rappresenta l’inizio del distacco e della differenza esistente tra la cultura Occidentale e le altre. Ne consegue che considerare tutti uguali, tra le diverse culture (ce ne sono 9 nel pianeta tra le principali) è quantomeno sbagliato.

Per discutere delle paci di Vestfalia servono delle premesse che qui sono state già pubblicate in ben 33 studi. In effetti i 33 studi indicati non sono completi perchè mancanti dell’ultima fase, quella francese sviluppatasi tra il 1635 e il 1648. Per premesse ci si riferisce alla Guerra dei Trent’anni. Quest’immane conflitto, di natura religiosa, si è articolato, come noto in 4 fasi:

a) fase palatino-boema (1618-1623)

b) fase danese (1625-1629)

c) fase svedese (1630-1635)

d) fase francese (1635-1648)

La Guerra dei Trent’anni rappresenta uno di quegli eventi che divide la storia tra Medio Evo e Modernità.

Citando Indro Montanelli dal libro “L’Italia del Seicento” a pagina 194: Il Medio Evo non aveva conosciuto che due poteri: quello spirituale della Chiesa e quello temporale dell’Impero. Perciò il pensiero politico s’incentrata unicamente sui rapporti fra l’uno e l’altro: e quello spirituale aveva avuto costantemente il sopravvento. (…) In questo contesto la Riforma trova il suo principale alimento. Lutero dice ai Principi tedeschi: Come cattolici, voi non sarete mai padroni nel vostri Stati (…) Io invece vi offro una Chiesa nazionale che giurerà fedeltà a voi e in voi riconoscerà i suoi unici capi. Sul piano politico, fu così che Lutero vinse la sua battaglia. 

E’ chiaro che con queste premesse lo spessore e valore dei protestanti scade a livelli “sotto zero”.

Senza riaprire una ferita che ha comportato 30 anni di guerra in Germania, è chiaro però che l’Editto di restituzione ha un senso ben preciso anzichè essere considerato “sciagurato” dallo scrittore Christinan Pantle nel suo testo qui spesso citato a riferimento. L’Editto chiese ai protestanti di restituire quanto rubato alla Chiesa Cattolica e da loro utilizzato in imprese ed attività artigianali quanto economiche. Bastano queste parole per infiammare nuovamente la Guerra dei Trent’anni.

Negli studi che seguiranno s’analizzerà l’importanza che il trattato di Vestfalia conserva ancor oggi.