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Il mercato americano cosa offre?

Il mercato americano è apparentemente semplice, in realtà altamente selettivo. Questo vuol dire che molte imprese hanno cercato un contatto commerciale con gli Stati Uniti restandone deluse. Il motivo è semplice. Pensare di poter vendere sul mercato americano, solo perchè la propria merce viene presentata, è pura illusione.

Gli americani, nord americani, amano “guardare in faccia” chi vende loro i prodotti. Questo significa che senza una sede americana, non è possibile operare su quel mercato. Solitamente, le aziende si sono sempre affidate agli importatori per diffondere il prodotto. E’ una politica saggia nel resto del mondo, ma non negli Usa. In base all’esperienza maturata su questo mercato e grazie ai fondi strutturali che esistono in Europa e in Italia, serve una sede americana. Vuol dire aprire una filiale americana per degnamente rappresentare il prodotto. Sarà importante conservare il band italiano. E’ ancora più strategico sottolineare come il prodotto sia “made in italy”. In tutto questo, il mercato americano però, deve capire e vedere la sede statunitense dell’impresa italiana.

Una richiesta di questo tipo si scontra con la piccola dimensione delle società italiane. E’ qui che “casca l’asino”. Purtroppo la Confindustria italiana non è sensibile alla costituzione di una laurea in imprenditoria. Significherebbe avere finalmente degli imprenditori preparati per l’Italia. Sono concetti fantascientifici per il nostro paese. Peccato.

In Italia abbiamo 4,5 milioni d’imprese. In effetti la Germania ne ha di meno di noi, solo 4,3 milioni. Però gli italiani hanno meno di 3 dipendenti per impresa.

I tedeschi hanno 32 dipendenti, in media, per azienda.

Sono concetti che non vuole discutere nessuno.

Al massimo è stato fatto il contratto in rete che è buona cosa. Nulla di più.

E’ chiaro che con queste premesse di fragilità strutturale, aprire una sede estera è praticamente impensabile.

AAA cercasi un vero imprenditore, possibilmente titolato (laureato in imprenditoria).

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