Il costo del vaccino contro la polmonite cinese (impropriamente chiamata l’epidemia Covid-19 dall’Organizzazione mondiale della Sanità per coprire le oggettive responsabilità del governo della Cina comunista) torna d’attualità.

In questo momento vaccinarsi, sia contro la febbre autunnale sia per proteggersi dalla polmonite cinese, costa al cittadino statunitense dai 160 ai 220 dollari. L’amministrazione, che sta per uscire dalla Casa Bianca, ha dichiarato l’indisponibilità di fondi federali, per cui l’integrale costo ricade sui cittadini che non possono scaricare la spesa sull’assicurazione (in pratica i più poveri).

Un fatto di questo genere, a meno di 2 mesi dalle elezioni presidenziali, anticipa la disfatta dei democratici con il successo di Donal Trump alla sua seconda presidenza degli Stati Uniti.

Detto ciò, il motivo di questo studio non risiede negli esiti delle elezioni presidenziali americane, quanto nel cercare di capire come sia possibile che un vaccino costi 200 dollari.

Nasce la necessità di capire a che prezzo il vaccino è venduto dalle società farmaceutiche. Da questo punto in poi s’entra nella più totale “nebbia”.

Uno studio dell’Università Cattolica di Milano è particolarmente ricco di dati pur dichiarando la difficoltà e incertezza delle fonti. Si prega apprezzare uno stralcio di questa ricerca svolta dall’Ateneo milanese di cui s’allega il riferimento WEB:

https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-il-prezzo-dei-vaccini-anti-covid-19

 

Non si può che ringraziare e rendere omaggio all’Università Cattolica di Milano per questo lavoro d’acuta ricerca ed analisi; grazie!

D’analisi successive, contenute nello stesso studio della Cattolica, emerge che i vaccini americani costano di più di quelli europei, infatti il 23 luglio 2021 il Wall Street Journal, ha pubblicato un articolo indicando in 24 dollari il vaccino Pfizer; prezzo che comprende anche le spese di trasporto. Questo valore di 24 dollari indica una crescita del costo dagli iniziali 19,5 $. Al contrario AstraZeneca e J&J sono rimasti costanti nel tempo posizionandosi a 3,5 $ per il primo e 10 per il secondo.

Chiarito il prezzo di vendita da parte del produttore, come fa il consumatore finale a pagare 10 volte di più?

Il pensiero corre alle farmacie, anche quelle europee e italiane che hanno saputo vendere mascherine edilizie da protezione dalla polvere dal costo di 5 centesimi a 50 euro.

E’ possibile accettare una speculazione da parte dei commercianti (farmacie) del x 10 sui vaccini?