Il bisogno di dazi spiegato semplicemente3 approfondisce l’analisi oltre la finanziarizzazione della società e i problemi connessi alla globalizzazione che si sono concretizzati in delocalizzazione, disoccupazione e instabilità lavorativa in Occidente, da cui la crisi delle coppie stabili e la corretta crescita della prole.
A tutto questo si risponde con il dazio ovvero uno strumento di quantificazione del danno arrecato dall’importazione di beni e servizi dall’estero se non prodotti, seppur parzialmente, nella Nazione in cui sono venduti causando disoccupazione.
Con quest’affermazione non si sta affatto cancellando i vantaggi del commercio internazionale. Vanno però distinti due concetti; la rapina dalla co-produzione.
Pretendere di produrre e vendere in un altro mercato senza alcun coinvolgimento della manodopera locale si configura come un furto di ricchezza. Al contrario il bene o servizio va impostato e completato nella Nazione nel quale lo si vuole vendere. Contravvenire a questi concetti vuol dire semplicemente essere soggetti a dazio (tassa per il danno arrecato al Paese).
Ovviamente un pensiero di questo tipo cancella completamente ogni riferimento all’unione tra Stati in dimensioni sovranazionali come ad esempio l’Unione europea, a questo punto del tutto surclassata e superata.
In Europa (realtà di 46 Stati) c’è un’Unione (tra 27 Nazioni) che sul piano economico rappresenta un successo quanto un totale fallimento nel versante politico.
La crisi dell’Unione europea risiede nel non aver ancora capito se si tratta di un’azione d’integrazione tra Stati o di coordinamento tra Nazioni. Finché il dilemma non verrà sciolto, l’Unione resta in un limbo che ne limita le funzioni e mansioni. Ne consegue ovviamente il totale affossamento del cosiddetto “diritto comunitario” così osteggiato dai polacchi.
Il bisogno di dazi si spiega nella sua stessa parola di “bisogno”. Nella società moderna c’è un vivo BISOGNO di cancellazione delle esagerazioni volute dalla globalizzazione. L’era globalizzata, aperta nel 2021 a novembre, con l’ingresso della Cina comunista (quella con capitale Pechino) nel WTO, s’è conclusa con l’attacco russo all’Ucraina a febbraio 2022. La fine della globalizzazione apre alla stagione dei DAZI.
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