Henry Kissinger, nel già citato testo in due volumi, “Gli anni della Casa Bianca” tra i diversi aspetti si sofferma anche sulle motivazioni della decadenza dell’Occidente nei termini di contestazione giovanile del 68′ e successivo comportamento isterico. La chiave di volta del pensiero, si noti, è espressa in forma molto diretta e chiara, rapportando il tutto a devianza, isteria, immaturità e decadenza. Al contrario della vulgata tradizionale, che celebra quella contestazione come un “risveglio sociale”, qui è ritenuta un “foruncolo della storia” (l’espressione non è di Kissinger ma della scrivente).
In questi termini cambia tutta l’impostazione. Il 1968 e annesse conseguenze, vanno riscritte nella giusta dimensione che hanno rappresentato: un evento d’immaturità che ha generato un figlio senza padre, la globalizzazione.
Che modifica strutturale suggerita alla moderna riflessione socio-politica e culturale!
Non si può che ringraziare Henry Kissinger per questo completo cambio d’orizzonte. Un qualcosa che assomiglia molto alle affermazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano in Parlamento, qualche giorno fa, la Signora Meloni, citando il “Manifesto di Ventotene”. In tale documento ci sono delle abominevoli affermazioni di dittatura, considerate la base portante dell’Unione europea. Giustamente la Signora Meloni ha chiesto a tutti: ….ma lo avete letto il documento prima di considerarlo alla base delle fondamenta comunitarie?
La lettura del testo di Henry Kissinger offre degli spunti di grande interesse rigeneratore del pensiero moderno, già inquinato da derive politicizzate, tipicamente dalla sinistra. Stiamo forse assistendo al crollo definitivo della stessa impostazione culturale sinistroide? E’ possibile. Un fatto che coincide con la scomparsa del mondo globalizzato.
Ecco che si stabilisce un parallelismo tra sinistra e globalizzazione come anche sinistra e Unione europea. Probabilmente il crollo dell’uno implica la caduta dell’altro.
Il ragionamento sulla decadenza dell’Occidente coglie sia l’America (nel testo di Kissinger) e in tal senso impatta sulla perdita di ruolo centrale nel mondo, sia l’Europa affetta dallo stesso ridimensionamento. E’ la caduta di centralità che porta alla crisi dell’Occidente. Una cultura, quella Occidentale, che non sa reagire accasciandosi su se stessa. In questo ridimensionamento collettivo e culturale, i genitori hanno cessato d’educare i figli lasciandoli alla deriva della modernità. Da qui emerge il sessantotto. Una generazione di genitori che non ha saputo e voluto reagire ai propri figli.
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