Georg Simmel pur essendo uno dei più complessi studiosi di sociologia, la comprensione del suo pensiero è indispensabile: wechselwirkung!

Wechselwirkung significa reciprocità e condivisione; l’essenza del pensiero di Georg Simmel è tutta qui. Rispetto una sociologia “ingessata” in atti e reazioni, Simmel studia il fluire dell’esistenza sociale che si accavalla tra una forma e l’altra. Simmel rappresenta in questo modo il superamento dal senso statico della dottrina a quello dinamico della vita che così viene analizzata comprendendo ogni contatto sia reale che solo pensato o comunque desiderato come evitato. Infatti nella “nuova sociologia” di Simmel, non ci si limita al solo reale (che resta nella proprietà della storia: un fatto non accaduto non appartiene al decorso storico) ma si entra nella reciprocità delle emozioni percepite tra umani. La realtà, come dato oggettivo nella storia, è sostituita nella nuova sociologia dalla RECIPROCITA’ – wechselwirkung, che include anche il non accaduto ma sentito dagli umani, capito, percepito, non espresso ma ugualmente vivo. Il pensiero corre a tutti gli amori vissuti e mai dichiarati, ai figli non nati, alle sofferenze sentite ma non dichiarate, alle emozioni percepite ma non comunicate. La vita è anche questa e la sociologia ha il compito di capire per spiegare.

Georg Simmel è da considerarsi uno studioso “chiave” per capire altri aspetti della vita e dottrina. In pratica un concetto ombrello (parola che lo stesso sociologo utilizza parlando della libertà che assimila all’arte). Il concetto ombrello è capace di comprendere e include più cose. Con questa sensibilità non ci si può ridurre a studiare quei suoi scritti “belli” isolando gli altri “ostici”, vanno presi entrambi e capiti.

Tra gli scritti più difficili dell’autore vanno sicuramente considerati:

  • il Frammento sulla libertà – settembre del 1918
  • Introduzione alla scienza della morale – Critica dei concetti fondamentali – 1892/1893

Per riuscire a capire questi studi molto si deve alla passione ed entusiasmo della prof. in sociologia Monica Martinelli dell’Università Cattolica di Milano, di cui mi sento orgoglioso d’essere stato studente per gli studi di storia della sociologia svolti. Grazie prof.

Quanto qui segue è un mio tentativo di spiegazione, pagina per pagina, del Frammento, favorendone lo studio.

  1. (pagine 65-67 del testo edito da Armando) L’accadere che si può calcolare-prevedere è già accaduto e così si ripeterà nel futuro (più o meno) e questo registra la storia in una logica di reazione a catena. La vita dello spirito, invece, sfugge alla mentalità storica, benché la Storia pretenda di catalogare ogni aspetto della vita. E’ ovvio che qualcosa non funziona. Non funziona nella misura in cui un giovane diventa vecchio ma mai (purtroppo) il vecchio torna giovane! Ne consegue che nella vita c’è una progressione “one way” anzichè la scomposizione in ere, epoche e accadimenti come realizza la storia e la scienza.
  2. (pagina 68) laddove la storia può procedere per fatti calcolabili, al contrario la vita reale si manifesta in forme diverse e non in successione, contorte e prive di collegamento le une con le altre. Le FORME DELLA VITA non hanno un’energia propria essendo completamente libere di accadere.
  3. (pagina 70) l’autore afferma che non si è voluto far entrare nella storia nulla che non sia completamente collegato in un più ampio sistema, mente ogni giorno la vita è sorprendente e “scollegata”. A pagina 72 del testo, Georg Simmel offre un esempio di grande pregio, sul quale merita riflettere. Ammettiamo che una montagna, per l’erosione degli agenti atmosferici, assuma la forma di un triangolo. Certamente tutte le persone si limiteranno ad apprezzarne la forma geometrica che in realtà è assolutamente causale, in pratica insignificante. Nessuno esaminerà gli effetti geologici che hanno agito per determinare la forma che invece attrae tutti. Ecco la sociologia: si dedica allo studio dell’azione di quegli eventi che poi produrranno una forma senza limitarsi ad essa. Ad esempio un matrimonio. Tutti prendono atto del legale coniugale, ma la sociologia entra nella qualità del rapporto di coppia.
  4. (pagina 75) qui si introduce il concetto di PRE-SAPERE che sarebbe quanto naturalmente le persone imparano dalla vita vivendo, che non riguarda la conoscenza scientifica effettiva. Come già in altri testi (vedi Le metropoli e la vita dello spirito) Simmel “soffre” la clamorosa differenza tra il sapere scientifico e quello umano identificando in questa frattura il dramma della modernità. Il sapere scientifico sarebbe quello acquisito a scuola e dall’attività lavorativa (oggi molto forte e indispensabile) mentre quello umano ciò che le persone hanno capito e introitato dal “sapere”, quindi la cultura (oggi molto ridotta). Dalla frattura dei 2 saperi nasce la solitudine della modernità. 
  5. il PRE-SAPERE conduce al concetto di A-PRIORI
  6. (pagina 78) il pre-sapere nel suo prevedere il comportamento altrui, che dovrebbe uniformarsi alle attese, non può comunque soffocare le aspettative di comportamento in +/- che la libertà consente! Infatti tutte le categorie del pre-sapere, del sorprendente, del nuovo e del calcolabile non riescono a circoscrivere la relazione umana. Il pre-sapere è fortunatamente un dato di fatto come il sole che si alza ogni mattino in cielo.
  7. a pagina 83 si ribadisce come il sapere si divida tra pre-sapere (dato per acquisito dalla nascita vivendo in famiglia) e quello funzionale (dalla scuola e dal lavoro). Il sapere per nessi, quello che serve a capire aspetti della vita, non rientra nel campo scientifico.
  8. a pagina 85 c’è un complicatissimo ragionamento che si offre anche a una contestazione da parte di chi lo legge. Simmel afferma che se accettiamo che P non sia uguale a Z partiamo dall’assioma che P potrebbe anche essere uguale a Z e che noi scegliamo una delle 3 opzioni possibili (che sono, uguale, diverso, indifferente). Laddove questo pensiero è valido in termini scientifici non lo è più se dovessimo considerare i valori. Ad esempio, io non sono un assassino. Questa negazione non comporta che possa esserlo o che il confronto sia indifferente. Quindi la comparazione resta “interessante” ma non applicabile in ogni caso della realtà umana, specie in presenza di valori.
  9. (pagina 95) i comportamenti delle persone sono traducibili grazie AI CONTENUTI del loro agire.
  10. La realtà rappresenta la forza e la debolezza della Storia. Ciò che non è accaduto non viene considerato. A questo punto la Storia va presa con filosofia perchè naturalmente incompleta. Meglio precisato a pagina 101 la storia agisce per causa-effetto il che è applicabile solo in determinati casi dell’accadere perchè limitato alla continuità della contemporaneità. Nel caso non sia contemporaneo e collegato non ci sarebbe causa-effetto, mentre le vita/esistenza ha una sua continuità che si discosta dal bisogno d’essere collegata-continua e contemporanea.
  11. (pagine 109/119) LA LIBERTA è un concetto ombrello come lo è l’arte.