Evasione fiscale, finalmente un punto di vista diverso da quelli solitamente espressi che capovolge l’intera impostazione solitamente basata su un’estrema ideologizzazione nella lotta tra classi sociali e prese di posizione politiche.

Da premettere che in questo ambito l’evasione non è solo fiscale (forse la meno rilevante) ma anche istituzionale intesa come assenza al seggio elettorale.

Molte persone non vanno a votare evadendo dagli impegni istituzionali che dovrebbero assicurare.

Comunque restando sul tema s’osserva che:

  • il presunto valore d’evasione è iscritto nel bilancio dello Stato come cifra in entrata indipendentemente che sia realmente monetizzata;
  • il valore nello stato d’entrata del bilancio autorizza a sua volta le spese;
  • una maggiore valorizzazione dell’evasione supposta o reale che sia, autorizza di conseguenza un incremento di spesa che il Governo di turno, a seconda delle sue inclinazioni ideologiche attuerà.

Riflettendoci attentamente, se più evasione (non importa se reale o fittizia) permette maggiore spesa, qualcuno riesce ad immaginare una classe politica che non voglia spendere?

Ne consegue che più è l’urgenza alla spesa, anche se clientelare, da parte del Governo e maggiore sarà la “lotta all’evasione”.

Smontato il concetto di “evasione” quale azione evasiva nei confronti dello Stato, a seguire tutta l’inerzia che ne consegue per cui qualsiasi politico che s’appella al fantasma dell’evasione fiscale senza mai citare quella istituzionale.

Chi se la sente di porre in discussione l’elezione del Sindaco di Milano eletto con appena il 35% dei voti? Un soggetto di quel tipo chi rappresenta? Ovviamente la legge pignola sui referendum (a cui si devono recare il 50% più 1 per la valida) ma tollera maggioranze ridicole nelle votazioni politiche o locali: come al solito, due pesi e misure.

Ecco che sentire parlare di “evasione fiscale” porta automaticamente a giudicare male chi la pronuncia perchè considerato ripetitivo, monotono, privo di fantasia. E’ come evocare un utile fantasma per non affrontare le reali urgenza della Nazione.

Nel vuoto concettuale brillano ovviamente quei partiti e cariche istituzionali che sono a corto d’argomenti.