Esselunga è un marchio, anzi il logo di maggior successo della Grande distribuzione organizzata (GDO) italiana. Un’affermazione di questo tipo deriva dagli studi dell’ “Osservatorio sulla GDO italiana e i maggiori operatori stranieri”. La ricerca è stata condotta da Mediobanca sui dati del bilancio 2018 e pubblicato ai primi di giugno 2020.

L’analisi si focalizza su un dato principale. Il fatturato per metro quadro.

In Esselunga un metro quadrato rende 15.800 euro. Nel mondo la media è 16.421 dollari/medio quadrato. 

La concorrente comunista, la Coop, raggiunge appena i 6.036 euro al mq. Gli altri nomi italiano o che operano sul mercato nazionale sono:

  • Agorà Network, Tigos, Iperal, Sogegros e Gruppo Poli operano con una redditività da 6.600 euro/mq;
  • Lidl Italia si piazza a 6.357 euro al metro quadrato;
  • Eurospin Italia con 6.116 euro/mq;
  • la Coop con soli 6.036;
  • peggio Conad con 5.840 euro;
  • Carrefour Italia per 5.199 euro;
  • la Selex per 4.612;
  • Végé per 4.300
  • infine Auchan-Sma con 3.677 euro.

La media italiana è di 6.452 euro al metro quadrato.

Quanto guadagna un supermercato? Il settore è in crescita al +1,7% all’anno producendo un margine di guadagno del 6,7% in calo dell’1,2 rispetto al passato.

Francamente un ROE del 6,7% rappresenta comunque un margine non eccellente ma interessante. Ci sono settori che stanno molto peggio! In era da polmonite cinese i fatturati (e quindi anche i costi con annessi ricarichi) sono cresciuti del +10%.

Complimenti ad Esselunga.

Come consumatore però e figlio d’altrettanti consumatori, per cui mettiamo insieme 50 anni di fedeltà al marchio, c’è un lato non felice. Il riferimento è alla gestione del fattore umano. Esselunga è certamente leader negli affari ma non riesce ad avere un personale d’eccellenza. Probabilmente il problema è concentrato nelle risorse umane non adeguate al prestigio del marchio.

Che peccato osservare una bella azienda che si perde così per strada! Saprà l’azienda cercare un adeguato direttore del personale che sappia lanciare un’adeguata politica di valorizzazione del fattore umano?