Quando l’economia moderna è sbagliata. Anzi il corretto titolo di questo intervento sarebbe: quanta disoccupazione tollera la democrazia?

Tratto dal Sole 24 Ore di sabato 1° ottobre. Parafrasando: finalmente ci sono cenni per un ritorno dell’inflazione. Roba da matti! Indubbiamente qui ci sono degli immaturi; o io o il quotidiano economico. Molto probabilmente sono un economista e sociologo incapace.

Sono un incapace nella misura in cui mi chiedo quanta disoccupazione può tollerare la democrazia.

Giorni fa ho commentato altro spunto dallo stesso quotidiano. L’auspicio era di vedere il prezzo del petrolio tra i 60 e i 100 dollari al barile. Anche in quel caso mi è venuto il dubbio su chi fosse “l’incompetente”. In realtà la profonda differenza tra il Sole 24 Ore e me è sociologica. Il quotidiano scrive per chi lavora ed è sganciato dal Paese. Il sole 24 ore non ha alcun interesse per 10 milioni d’italiani di cui 3 senza lavoro. In Italia oggi ci sono 3 milioni assolutamente privi di reddito e altri 7 che vorrebbero migliorare. Questo migliorare significa arrivare alla 4° settimana in grado di pagare le bollette.

La questione non è se io faccia parte dei 3 milioni o dei 7. Il punto è un altro. Faccio parte di una Nazione che ha 360 imprese che chiudono al giorno. Non solo, ci sono altri 10 milioni di connazionali che non si possono curare per carenza di reddito. La somma di queste persone porta a 20 milioni su 60 d’italiani. L’elenco potrebbe allungarsi. Pensare a un più alto costo del petrolio è un controsenso. Non solo. Anche auspicare a prezzi di vendita più alti è contro l’armonia sociale. Tutto ciò è d’ostacolo la Nazione per il benessere dei già ricchi. Questo è il punto.

L’economia si sta chiudendo in un limbo di già ricchi. 

Purtroppo l’economia moderna non funziona così. Servono i consumi e questi sono possibili solo se si lavora. Ne consegue che i ricchi possono rimanere a lamentarsi se non si muove la Nazione. Del resto oggi il Paese è fermo per questioni politiche. La grande discussione è se approvare una riforma inutile alla Nazione. Tutti discutono e nel frattempo la produttività italiana è cresciuta dell’1%. Peccato che nello stesso periodo, 2000-2015 sia cresciuta del 17% nella Ue.