Economia internazionale spiegata e interpretata in base a due diverse (e opposte discipline) il che rende oggettivamente complesso l’argomento sia per chi spiega sia per chi deve capire.

Le due scuole di pensiero convergono su un solo punto: il benessere della Nazione.

La prima impostazione al momento prevalente, crede ancora alla globalizzazione per cui i mercati devono restare aperti senza dazi e limiti d’alcun genere ai traffici commerciali. Il termine di paragone per i “globalizzati” sono i prezzi bassi. Questi s’illudono che bassi prezzi permettano a tutti di comprare quanto desiderato confondendo democrazia con consumo.

Indubbiamente per i globalizzati il surplus del consumatore resta l’ago della bilancia.

Qui di seguito una grafica che rammenta il concetto di microeconomia connesso al surplus, ovvero alla disponibilità a pagare del consumatore. E’ surplus tutto ciò che chi paga, risparmia, rispetto al prezzo che sarebbe stato disposto a pagare.

Ad esempio: uscendo dal deserto dopo giorni di cammino, potremmo essere disposti a pagare 50 $ una bottiglia d’acqua fresca da 1 litro; invece la si paga 1 dollaro. Il surplus in questo caso, per il consumatore è 49!

Laddove per i globalizzati il surplus è la pietra di paragone per definire il benessere, non è questo il pensiero di una nuova corrente di pensiero.

I nuovi economisti, per il mercato internazionale guardano con grande favore a dazi e limitazioni alle importazioni. Anche qui il concetto è semplice. Cosa ci si fa con i prezzi bassi se si è disoccupati?

Ecco che il punto di riferimento della nuova economia internazionale che guarda con interesse al monopolio e dazio, sono i salari, i posti di lavoro!

la globalizzazione sbagliata

Le importazioni dalla Cina, ad esempio, realizzate a 5 dollari/ora contro il costo del lavoro italiano a 26 euro/ora o tedesco per 32 euro/ora vanno, se non bloccate soggette a dazio equiparando i prezzi.

Questo scritto è del partito dei “salari” considerando la globalizzazione (quella caratterizzata dai prezzi bassi) superata dalla guerra russo-ucraina del febbraio 2022.