Dossier Ucraina

dal nostro corrispondente all’estero Giovanni Carlini

Considerando il tasso di crescita e le prospettive future dell’Ucraina non è possibile che un produttore di parquet italiano non si espanda in quest’area, ma a differenza di quanto abbiamo già scritto nei precedenti dossier sull’est europeo, qui in Ucraina le “regole d’ingaggio” sono molto diverse. PROFESSIONAL PARQUET vi spiega perché e come fare.

L’Ucraina e così la Russia sono aree ad altissimo sviluppo dove non è possibile non essere presenti, ma ci sono dei problemi. Avere la presunzione d’operare in questi contesti in forme individuali come impresa straniera, senza l’assistenza in loco dei Governi sia di partenza che d’arrivo e quindi d’operatori locali o di paesi confinanti è folle. Le motivazioni sono diverse e tutte riconducibili alla recente apertura internazionale di queste nazioni agli assetti democratici, che restano però ancora molto incerti. Gli alti tassi di sviluppo non si sono ancora trasformati in benessere per la popolazione e conseguente innalzamento negli stili culturali di vita, per cui la conflittualità è molto alta sia sul piano sociale che legale. Se ci troviamo di fronte a dei mercati promettenti, ma non possiamo andarci direttamente che si fa? La soluzione più intelligente è quella di cercarci un partner europeo, ad esempio polacco e con lui, in joint venture, aprire delle realtà produttive e commerciali in queste nuove dimensioni economiche. Il riferimento qui proposto è per la Barlinek SA, che è stata già intervistata nel dossier Polonia, precedentemente pubblicato su PROFESSIONALE PARQUET e che si trova attiva in Ucraina con ben due stabilimenti di produzione di parquet, che intende collocare nel resto del mondo. Comunque sia, la scelta di trovare un partner commerciale con il quale presentarsi in paesi come l’Ucraina, resta valido come concetto per evitare casi molto antipatici di raidering. Significa che il socio di minoranza (in genere locale) se in un primo momento accetta il capitale straniero, qualche anno dopo e senza accordo alcuno, riacquista la propria società cacciando via l’investitore, prima che questi abbia completato il suo ciclo di rientro dal capitale investito. Anche questa è l’Ucraina!

LA GRANDE OPPORTUNITA’

Gli Europei di Calcio sono un evento del 2012 organizzato congiuntamente tra la Polonia e l’Ucraina, che ospiterà i giochi con grande impegno nel costruire quelle strutture che oggi non ci sono ancora. Si parla di alberghi, strade, uffici, quindi parquet, ceramiche e quant’altro necessario a un paese moderno. Ma chi finanzierebbe tutto ciò? Ecco che le scelte del governo polacco ritornano attuali anche in Ucraina dove però, è bene precisarlo, non c’è un rapporto diretto per cui i polacchi pagano per le infrastrutture ucraine, ma solo di coordinazione in quanto uno (la Polonia) è paese UE e l’altro no. E’ quindi immaginabile, ad esempio, che opere riferite a un piano di sviluppo polacco, che abbiano riflessi sui campionati di calcio nei due Paesi, possano essere oggetto di studio e realizzazione congiunta tra italiani-polacchi e ucraini.
Va ricordato al lettore quanto già sottolineato nel “Dossier Polonia” che qui si riporta integralmente….”Negli anni 2007-2013 la Polonia sarà la maggior beneficiaria dei fondi strutturali in Europa. Avremo a disposizione quasi 92 mld di euro. (chi afferma ciò è l’Addetto Commerciale Polacco a Roma) Deve essere chiaro che tali risorse serviranno a far crescere il nostro paese e quindi i vari progetti e investimenti, dovranno essere effettuati sul territorio nazionale. Per poter beneficiare dei fondi strutturali, le aziende italiane dovrebbero costituire le loro società in Polonia. Possono essere finanziati progetti d’acquisto e di rimessa a nuovo delle aziende polacche acquisite al 100% oppure in joint venture quindi anche acquisto di nuovi macchinari e di linee tecnologiche A ciò segue anche l’acquisizione delle certificazioni ISO, la formazione del personale. Le misure per le PMI sono predisposte nei 16 POR (Programmi Operativi Regionali) polacchi e quindi è importante verificare quali misure siano operative nella regione, dove eventualmente l’azienda si posiziona. Con tutto ciò la Polonia punta allo sviluppo della ricerca e delle tecnologie, per cui saranno finanziabili sia i progetti di ricerca che il loro successivo trasferimento alle aziende. Oltre a quanto detto, va anche ricordato come la Polonia e l’Ucraina, insieme, saranno i due paesi organizzatori dei Campionati Europei di Calcio 2012, per cui si aprono molte opportunità per le aziende italiane da realizzare in quest’area, dopo aver trovato dei partner polacchi con cui costituire società miste di diritto polacco”…e ancora: I fondi strutturali di cui la Polonia è beneficiaria, non possono essere utilizzati per finanziare le opere del Campionato 2012, salvo là dove quelle infrastrutturali (strade, autostrade, aeroporti, etc) coincidano con quelle del Campionato, per cui saranno finanziate con i fondi stanziati dal governo polacco e dagli investitori esteri, che avranno aderito.
Per l’Ucraina non vale il discorso dei fondi europei, perchè essendo il paese extra UE, non ne beneficia. Probabilmente questo paese intende finanziare le opere infrastrutturali con finanziamenti interni, oppure cercando gli investitori esteri

IL PARQUET

Per semplicità d’esposizione si forniscono i dati in tabella con relativa grafica, come offerti dalla Lisgal, azienda di parquet in Ucraina, qui intervistata:
Tipologia di produzione di parquet in Ucraina

2006 2007
Mosaici 1.980.000 2.030.000
Parquet 6/13 mm 270.000 300.000
Solid 14/23 mm 2.930.000 3.090.000
Multilayer 6.700.000 7.200.000

Fonte: dati ottenuti nel corso dell’intervista con la Società Ucraina a capitale elvetico Lisgal quale operatore di mercato nel settore del parquet.
Quantità e tipo di importazione di parquet in Ucraina
2006 2007
Mosaici 90.000 100.000
Parquet 6/13 mm 20.000 40.000
Solid 14/23 mm 100.000 90.000
Multilayer 180.000 200.000
TOTALE 390.000 430.000

Fonte: dati ottenuti nel corso dell’intervista con la Società Ucraina a capitale elvetico Lisgal quale operatore di mercato nel settore del parquet.

Quantità di export di parquet Ucraino nel mondo e sua tipologia
2006 2007
Mosaici 1.220.000 1.200.000
Parquet 6/13 mm 205.000 160.000
Solid 14/23 mm 1.730.000 1.700.000
Multilayer 5.300.000 6.000.000
TOTALE 8.455.000 9.060.000

Fonte: dati ottenuti nel corso dell’intervista con la Società Ucraina a capitale elvetico Lisgal quale operatore di mercato nel settore del parquet.

Quantità e tipologia di consumi interni di parquet in Ucraina
2006 2007
Mosaici 850.000 930.000
Parquet 6/13 mm 85.000 180.000
Solid 14/23 mm 1.300.000 1.480.000
Multilayer 1.580.000 1.400.000
TOTALE 3.815.000 3.990.000

Fonte: dati ottenuti nel corso dell’intervista con la Società Ucraina a capitale elvetico Lisgal quale operatore di mercato nel settore del parquet.

AMBIENTAZIONE

Si tratta di un paese di 603.700 kmq (più esteso della Francia) e 80 abitanti per kmq (in tutto 46,9 milioni) con un tasso d’incremento demografico in discesa.
Un tempo conosciuto come “il granaio della Russia” l’Ucraina è ancora per più di metà coltivata appunto a grano e quindi orzo, segale, avena e barbabietola da zucchero. La parte centrale del Paese, che ne copre circa due terzi, è eccezionalmente fertile. Grandi superfici sono invece occupate da pascoli che in primavera esplodono in mari brillanti e ondeggianti di maky (papaveri rossi), sonyashnyky (girasoli) e senape. La vasta distesa di piatti campi coltivati è talvolta interrotta da foreste di querce, aceri, tigli e frassini. Lungo i fiumi (ce ne sono 300 che attraversano la regione) crescono salici e pioppi. A nord, una stretta fascia di foresta è costituita per la maggior parte da abeti, faggi, querce e abeti rossi.

LA MONETA

L’Ucraina ha introdotto nel 1992 una valuta provvisoria, denominata “karbovanets”, con la conseguenza immediata di non fare più parte della “area rublo” dell’ex Unione Sovietica. Successivamente, nel 1996 la Hrivna (UAH) venne a sostituire definitivamente il karbovanets, quale moneta ufficiale.
La legge stabilisce che l’UAH è l’unico mezzo di pagamento tra residenti nel territorio Ucraino, che può essere liberamente accettata senza limitazione alcuna. Negli ultimi mesi il tasso di cambio tra l’UAH e il Dollaro USA è pari a 4,85 UAH per 1 USD. Nei confronti dell’Euro, la valuta Ucraina fluttua a seconda del tasso di cambio tra Euro e Dollaro; al momento è di circa 7,49 UAH per 1 Euro (giugno 2008)
Di regola, le valute straniere non possono essere utilizzate in Ucraina per estinguere obbligazioni monetarie, eccezion fatta per transazioni internazionali, investimenti stranieri e commercio internazionale. Pagamenti tra residenti nel territorio Ucraino, effettuati in valuta estera, sono proibiti, ivi compresa la corresponsione di salari effettuata da ditte Ucraine. Tuttavia, questa regola non si applica nei confronti di prestiti bancari in valuta estera o alla loro restituzione.

POLITICA E DATI ORIENTATIVI

Il paese è indipendente dalla Russia dal 1991 e si trova in eterno bilico tra il richiamo verso l’Occidente e la tradizione russa, ancora molto forte soprattutto nelle aree rurali orientali del paese. Il capo dell’esecutivo è il Signor Viktor Yushenko che ha pagato il suo volgere il Paese verso l’Occidente e la connessa modernizzazione, con un avvelenamento da diossina, ingerita in un invito a cena trasformato in agguato dal KGB (l’ente spionistico russo). Il quadro internazionale dell’Ucraina si presenta quindi ancora fortemente contrastato da un gigante, quello russo che non è più amato e si comporta come un coniuge tradito in una successione di dispetti, che rendono l’area soggetta a rischi di stabilità. Mentre questo Dossier è scritto, (giugno 2008) è in atto una forte polemica tra organi di stampa russi contro quelli ucraini sul cambio dei nomi delle vie a Kiev (la capitale dell’Ucraina) Ad esempio su 200 vie re-intitolate, è scomparso Tolstoj a favore di John Lennon, provocando l’offesa russa, che si concretizza poi sul prezzo del gas per gli ucrainai che si rivalgono su quello in transito verso l’Europa Occidentale. La “rivoluzione arancione” è comunque da considerarsi un punto fermo nel Paese, a livello culturale e un percorso irreversibile.
In termini sociologici il Paese è molto ospitale, abitato da ucraini al 78% e da russi al 17% dove si affiancano distese chilometriche di steppa a sontuose architetture centenarie in legno, che arricchiscono i diversi paesini con le loro chiese greco-ortodosse fatte a guglia. Il senso religioso è molto forte e in grande riscoperta, dando con ciò compattezza alla popolazione. Il paesaggio si completa con città molto attive e sofferenti dallo smog, con subito dopo, piccoli centri rurali dove il tempo sembra essersi fermato ai primi anni del ‘900.
Nel corso del 2008 l’Ucraina dovrebbe entrare a far parte del WTO

ECONOMIA

L’Ucraina è un paese di 43,8 milioni di abitanti con un livello di formazione medio alto e comunque più evoluto di quello russo, che al momento accetta salari mensili da 300-400 dollari USA (già cresciuti del 26,7% sul 2006 in termini nominali e reali del 12%)

Il PIL del 2007 è stato pari al 10,7% con un deciso incremento sul 2006 il che rappresenta una crescita dell’11% della produzione industriale, ma anche dell’inflazione (intorno al 5% nel 2007 rispetto al 2,6 del 2006) e una disoccupazione all’8%.
In ambito PIL meritano delle considerazioni. Il reddito pro-capite italiano è attestato sui 17.000 dollari, quello degli USA sui 42.000, la Cina è a quota 7.700 e l’Ucraina a 7.800 (dati 2007).
Sull’inflazione e i suoi sistemi di valutazione c’è una precisazione da fare. I criteri di conteggio non sono comuni a standard internazionali, ma a un paniere di prodotti locali che, nel caso ucraino è sovrastimato dal peso del settore agricolo in ragione del 60% trascurando i costi d’energia e immobiliari. Laddove si dovesse correggere l’inflazione con questi dati, il suo valore sarebbe del 10% a fine 2007 e del 12% nei primi 3 mesi del 2008. I settori economici trainanti sono quello siderurgico, carbosiderurgico e chimico, che hanno permesso un’esplosione di consumi interni nell’ordine del + 30% scarso e di un contemporaneo accesso al credito bancario (+ 40% in un solo anno). Grazie a questa dinamica, a ruota nello sviluppo, si accodano settori come i trasporti, commercio e l’edilizia. Da segnalare il comparto della lavorazione del legno come uno dei motivi per cui questo Dossier viene redatto, che ha registrato un +13,9% e della costruzione dei macchinari +23,3%.

L’interscambio è piuttosto vivace e vede le esportazioni rivolte verso la Russia con il 25,4% quindi la Turchia al 7,2%, l’Italia per il 6,6% e la Germania e la Polonia per il 3,5%.
Sul piano delle importazioni l’ordine d’importanza dei Paesi cambia radicalmente. Se si conferma ancora la Russia al 28,5% del totale, segue il Turkmenistan con il 10,2% a cui si accoda la Germania con il 9,1% la Cina al 4,9% la Polonia, il Kazakstan ed infine al 7° posto l’Italia con un appena 2,8%.
L’Italia esporta in Ucraina, tra le voci che interessano questo dossier, mobilia (+48,83% tra il 2006 e il 2007) macchinari per impieghi speciali (+43,58%) macchine per impiego generale (+37,4%) e pitture, colle, mastici (+33,03%). Al contrario importa legno piallato (+35,23%) e fogli di compensato (+42,9%)
Nell’ambito d’investimenti italiani in Ucraina, l’Italia è al 18° posto tra le 119 nazioni che si sono mosse su questo Paese e il peso del comparto legno conta per un tendenziale del 27,6% che è il più alto in assoluto.
Il numero di imprese ucraine che hanno ricevuto investimenti italiani è di 393 e le società italiane presenti sono un centinaio di cui più della metà per produrre (in forma autonoma o in joint venture) e il resto con fini commerciali. Un terzo di queste (32%) è dislocato nella capitale del paese (Kiev), mentre il 37% nelle regioni occidentali, confinanti con paesi europei (Uzhgorod, Lviv, Chernivtsi, Ivano-Frankivsk). Esistono anche due piccoli concentramenti d’imprese italiane operanti in Ucraina nella regione di Odessa (4%) e di Zhytomyr (4%). Tutte le altre società sono “distribuite” su l’intero Paese con preferenza per l’industria leggera e quella della lavorazione del legno (soprattutto con il sistema di lavorazione per conto terzi) a Ovest e per le industrie “pesanti”nelle regioni dell’Est dell’Ucraina.
Le imprese italiane in Ucraina che operano nei settori industriali (metalmeccanica, industria leggera, industria alimentare, ecc.), nei trasporti e nei servizi e commercio. Dal punto di vista del volume degli investimenti i settori più ricettivi sono la costruzione di macchinari – 45%, l’industria leggera – 18%, la produzione di articoli minerali – 6%, le operazioni immobiliari e assistenza legale – 6%; l’industria del legno – 5%; gli altri settori hanno una quota inferiore al 4%. Dal punto di vista del tipo di attività, il 50% sono aziende produttive; il 28% effettuano commercio; il 22% servizi).

AGEVOLAZIONI

L’argomento si divide in due aspetti: gli incentivi fiscali e lo studio sulle zone di libero scambio.
a) INCENTIVI FISCALI
L’attuale normativa sulla tassazione societaria, non prevede l’istituto del così detto “tax holiday” (periodo iniziale dopo la costituzione della società, in cui non sono dovute imposte e tasse) né altri tipi di esenzioni fiscali a favore degli investimenti stranieri. Il pre-esistente “tax holiday”, quinquennale, a favore degli investitori stranieri è stato definitivamente abrogato e non è più utilizzato, con l’unica eccezione di investimenti nell’industria automobilistica, nel caso in cui l’impegno complessivo sia pari o superiore a 150 milioni di dollari USA.
Ciò premesso, gli investitori sono soggetti allo stesso regime fiscale di quelli locali, fatte salve alcune agevolazioni come la possibilità di importare beni, destinati ad essere conferiti in conto capitale per la costituzione di una Società Ucraina, in esenzione da dogana. Per usufruire di tale beneficio, l’importatore deve emettere, a favore del Fisco Ucraino, una fideiussione per un importo pari ai dazi doganali, eventualmente dovuti sui beni, con termine massimo di escussione di 15 gg. Tale fideiussione si estinguerà, nel momento in cui il bene è regolarmente iscritto sul bilancio societario. Inoltre, una società è tenuta a versare i dazi di importazione, nel caso in cui i beni conferiti in conto capitale vengano venduti, entro tre anni, dall’avvenuta registrazione dell’investimento.
In più, è esente da IVA l’importazione beni strumentali, se conferiti in conto capitale per la costituzione di una Società di Diritto Ucraino. L’esenzione dall’IVA e dai dazi doganali, opera solamente se il bene non rientra tra quelli sottoposti ad accisa. È da tenere presente che, nel caso in cui i beni conferiti in conto capitale vengano venduti entro tre anni dall’avvenuta registrazione dell’investimento, si dovrà procedere al versamento sia dell’I VA che dei Dazi Doganali relativi.
Va segnalato come dal 1.4.2005 non c’è più alcuna esenzione IVA sugli investimenti.
b) ZONE DI LIBERO SCAMBIO
Prima di trattare questo argomento, va segnalato che i benefici connessi alle zone di libero scambio sono stati sospesi dal precedente governo Yanukovych e pare che l’attuale non abbia, tra le sue priorità, quella di ripristinarle. Attualmente, chi opera nelle zone franche, prosegue a godere dei benefici che furono concessi a suo tempo, ma per il futuro non c’è alcuna certezza.
Comunque le aree ad oggi esistenti si dividono in tre diverse categorie:
• zone economiche speciali;
• territori con uno speciale regime d’investimento;
• territori il cui sviluppo economico ha importanza prioritaria;
Tali Zone e Territori si differenziano tra loro per il trattamento fiscale. In ogni caso gli elementi chiave comuni possono essere così sintetizzati:
• esenzione dall’Imposta sulle Società per i primi 3 o 5 anni, necessari alla messa a punto del progetto e tassazione ad aliquote agevolate per gli anni seguenti;
• esenzione da dazi doganali e da IVA all’importazione;
• ritenuta alla fonte ad aliquota ridotta sui dividendi e sui redditi maturati da soggetti non residenti;
• esenzione dall’obbligo di conversione in valuta locale dei redditi maturati in valuta estera;
• esenzione dai contributi previdenziali e dall’imposta sulla proprietà fondiaria o, in alternativa, applicazione di aliquote ridotte;
Ogni singola zona è sottoposta ad una propria autorità amministrativa. Le zone economiche speciali sono solitamente create per un determinato periodo di tempo (dai 10 ai 30 anni).
A margine di questo paragrafo, va segnalato come il governo ucraino, perseguendo l’attivo di bilancio (surplus dell’1,6% sul PIL) tra le mancate spese per l’ammodernamento del Paese, abbia anche rifiutato di restituire l’IVA agli imprenditori (molti italiani) che operano in regime di temporanea importazione.

INTERVISTA A DUE OPERATORI DEL PARQUET IN UCRAINA

uno locale e l’altro polacco che lavora con suoi stabilimenti
Il posatore locale è la Lisgal rintracciabile ai seguenti

numeri Tel:+380 32 240 52 41 oppure +380 32 240 52 42

fax +380 32 240 52 43

indirizzo email: Lisgal@lviv.farlep.net

Domanda: grazie per aver accettato questa intervista, da quanti anni operate sul mercato e che media di affluenza avete presso il vostro showroom?

Zavarenski Michaelo Marianovich per conto della Lisgal: Siamo presenti sul mercato da 8 anni, in tutto ogni giorno ci visitano 6/8 persone e siamo aperti al pubblico dalle 8 del mattino alle 18.

Domanda: qual è il tipo di parquet che solitamente vendete?

Zavarenski: le nostre vendite sono principalmente faggio, quercia e noce, ma nel nostro paese sono prodotti parquet anche in acacia e ciliegio. Nel dettaglio abbiamo vendite di quercia al 70% il faggio al 15% e la noce anch’essa al 15%

Domanda: qual è il costo medio?

Zavarenski: Il prezzo al dettaglio a metro quadro e’ tra le 217 e le 366 hrivnie (38,92 euro) per la quercia, mentre si attesta nella fascia 217- 297 hrivnie (34,31 euro) per il faggio e infine tra le 250 e le 500 ( 50,06) per il noce.

Domanda: che rapporti avete con il mondo del parquet italiano?

Zavarenski: utilizziamo macchine per l’essicatura italiane, ma non ci sono attualmente contatti commerciali con vostri operatori.

Domanda: se non avete contatti con italiani, vi stanno servendo altri operatori europei?

Zavarenski: Lavoriamo con polacchi, olandesi, svizzeri, finlandesi e francesi.

Domanda: qual è il vostro prodotto di punta?

Zavarenski: Riteniamo che il parquet prodotto in Ucraina di migliore qualità sia quello di quercia.

Domanda: il parquet è usato nelle vostre case?

Zavarenski: Si, il parquet e’ molto utilizzato in Ucraina ed e’ considerato la scelta migliore soprattutto per gli arredi casalinghi.

Fonte: dati offerti dalla Barlinek SA – società multinazionale polacca operante in Ucraina

Domanda: esiste un’associazione di categoria per produttori e posatori di parquet in Ucraina?

Zavarenski: Si esiste un’associazione di categoria, ma non ne facciamo parte.

Domanda: usate internet per le vendite?

Zavarenski: Abbiamo tentato in passato la vendita tramite web, ma con scarsi risultati, visto che i clienti desiderano valutare prima il prodotto “toccandolo con mano”.

Domanda: che percentuale rappresenta il parquet per il vostro business?

Zavarenski: è il 100% del nostro lavoro.

Domanda: ci può raccontare la vostra storia come impresa?

Zavarenski: Rappresentiamo una joint venture svizzero-ucraina creata nel 2000 che si chiama Lisgal Ukrainian-Swiss Joint venture. I nostri sforzi principali sono indirizzati nel settore della vendita all’ingrosso del parquet.

Domanda: come si comportano le banche con voi, vi aiutano nello sviluppo?

Zavarenski: L’aiuto del settore bancario e’ molto limitato nel nostro ambiente e non esistono, che io sappia, prodotti dedicati.

Ecco ora la voce di un produttore internazionale, la Barlinek SA http://www.barlinek.com.pl/en/ schierata a 25-323 Kielce ul. Zagnanska 27 in Polonia.

L’email è: office@barlinek.com.pl

Chi risponde, in rappresentanza dell’azienda, è il responsabile del dipartimento export, la Signora Marta Konieczna

Domanda: da quanti anni l’azienda è sul mercato?

Marta Konieczna: seguendo la grande tradizione della lavorazione del legno, che caratterizza la Polonia, la Barlinek opera sul mercato dal XIX secolo. Dal 1973 siamo passati al parquet utilizzando le più sofisticate tecnologie, infatti l’aspetto tecnico è per noi motivo di costante impegno. Nel 2005 le azioni della società sono regolarmente trattate alla borsa di Varsavia. Al momento siamo il più importante produttore di parquet dell’Europa dell’est centro settentrionale, con 3.500 dipendenti e diversi stabilimenti di produzione fuori dalla Polonia. In particolare abbiamo attivi al momento dei siti produttivi in Norvegia e Germania, in allestimento-completamento 2 in Ucraina e Romania e per il 2009 in progettazione 1 in Russia. Alla data odierna (giugno 2008) la Barlinek SA produce 10 milioni di mq di parquet l’anno di cui 6,5 in Polonia e il resto in Europa.

Domanda: questo vostro essere attivi nell’Est Europeo è il motivo per cui ci rivediamo rispetto al precedente Dossier Polonia. Può dirmi in quali paesi voi come società siete attivi?

Marta Konieczna: stiamo organizzando sia in Ucraina che in Romania, degli stabilimenti di produzione per il parquet, rilevando delle precedenti società e ristrutturandole secondo i nostri criteri. La produzione sarà paritetica ai bisogni della Polonia e di quello che il mercato Europeo richiede, oltre all’esportazione in cui siamo impegnati. Per la sola Ucraina, le prospettive sono di produrre 2,5 milioni di mq di parquet nello stabilimento di Vinnystya e meno a Baku in Romania (la previsione lì è per 1 milione di mq). Tengo a precisare che questo impegno nel profondo est d’Europa, non nasce dalla mattina alla sera, ma segue anni di produzione realizzata, oltre che in Polonia anche i diversi paesi come la Rep. Ceka, quindi in Ungheria e nelle Rep. Baltiche. Il messaggio che voglio lanciare ai lettori di PROFESSIONAL PARQUET è semplice: non ci si improvvisa investitori e imprenditori nell’Est europeo pena riportare danni molto forti e perdite assurde. Se l’interlocutore ucraino, ad esempio, non ha la precisa percezione che è più dannoso per lui che per noi venirci contro, aprendo una trattativa,non ci proponiamo neppure sul nuovo mercato.

Domanda: anche se ha già risposto a questa domanda, la prego di essere più precisa, che tipi di legnami utilizzerete nella produzione di parquet in Ucraina?

Marta Konieczna: come visibile nella grafica dedicata a questa domanda, la tipologia di legname che utilizziamo per produrre parquet è lo stesso che abbiamo in produzione in Polonia e che offriamo sul mercato internazionale. Vorrei che questa informazione rappresenti un dato indicativo, per chiunque voglia aprire contatti con noi di collaborazione e di joint venture, che attualmente non abbiamo e auspichiamo pur, comunque, andando avanti per la nostra strada e programmi. Il concetto è semplice: non abbiamo alleanze con altri produttori, non le cerchiamo, ma se dovessero presentarsi ci ragioniamo sopra.

Domanda: come vi interfacciate con la popolazione locale aprendo i vostri stabilimenti di produzione?

Marta Konieczna: il personale tecnico, quadri e dirigenti sono polacchi. E’ possibile che nel futuro, facendo crescere una nuova generazione di specialisti, questi potranno anche essere del posto, ma per ora non ci sono gli standard di qualità che a noi interessano, pur riconoscendo agli Ucraini un livello di civiltà e cultura con spessori più alti che in altri Paesi dell’Est europeo profondo. Quindi non legga le mie parole come diffidenza verso gli amici ucraini, ma gli standard di qualità occidentali, sono molto sofisticati e richiedono esperienza. Per spiegarmi meglio le faccio solo un esempio. In Ucraina in termini di “accesso al mercato” le certificazioni di qualità delle merci sono attualmente (giugno 2008) in un regime misto tra la regolamentazione russa (ex sovietica) basata su 15.000 standard e quella europea (3.500 criteri di valutazione). Una società ancora così fortemente orientale in usi e costumi, ha bisogno di maturare del tempo per crescere e adeguarsi ai nostri criteri occidentali, ma desidero aggiungere che questo processo di modernizzazione è molto più veloce in Ucraina che in altri contesti del profondo est.

Domanda: non ritiene la sua società decisamente rigida verso gli altri produttori di parquet europei e verso le popolazioni dell’est europeo?

Marta Konieczna: assolutamente no! Per quanto riguarda gli altri produttori di parquet in Europa, siamo i più forti e se qualcuno ha qualcosa da chiederci bussi pure alla nostra porta, sicuramente sarà accolto con il massimo della cortesia e degli onori, discutendo su un piano di parità negli affari. Relativamente alle popolazioni ucraine e rumene, onestamente sento che la nostra Società rappresenti un’occasione di sviluppo sociale e economico per dei paesi, che desiderano crescere, ma attualmente, sono privi dei mezzi che attraverso noi adesso ottengono.

Domanda: è vero che in seguito alla pubblicazione su
PROFESSIONAL PARQUET del Dossier Polonia, ha in corso una trattativa di diversi milioni di euro con un imprenditore italiano che vi ha chiamati dopo aver letto il reportage?

Marta Konieczna: è vero e desidero ringraziare l’editore italiano per l’opportunità che ci è stata concessa; grazie Spazio Tre! Abbiamo imparato a consideravi non solo un organo di stampa specialistico, ma uno strumento per operare nel mondo globalizzato del parquet.LE

TESTIMONIANZE DI DUE IMPREDITORE ITALIANI

Domanda: come si vive e lavora in Ucraina con gli occhi di un imprenditore italiano? Chi risponde è l’Imprenditore Andrea Bodrati titolare della “PP Marketplus” che opera nel settore dell’ outsourcing e nello sviluppo software, ovvero in un ambito chiave per entrare in Ucraina.

Bodrati: Sono un imprenditore italiano che vive ormai da 3 anni in Ucraina (a Lviv). Posso dire che le opportunità dipendono dal settore di attività in cui si desidera lavorare, dalla conoscenza della lingua Ucraina o Russa e dalle “connessioni” che si hanno a livello locale. Gli aspetti più negativi del mercato ucraino, che ho potuto riscontrare, sono la presenza di una diffusa e sistematica corruzione (ma devo ammettere che le cose stanno lentamente migliorando), la presenza di un sistema legislativo assolutamente non adeguato alle esigenze di un imprenditore occidentale e dalla difficoltà di comunicazione (l’inglese e’ estremamente poco diffuso). Le maggiori opportunità sono date dal basso costo della manodopera locale, dalla discreta flessibilità del mercato del lavoro e da sistemi di tassazione agevolata (specialmente nei casi delle piccole imprese con meno di 10 dipendenti e 100.000 USD di fatturato annuo). Per un imprenditore italiano che si affaccia al mercato ucraino ritengo sia comunque indispensabile avvalersi del supporto d’aziende di consulenza, meglio se occidentali, sia per evitare i fenomeni di raidering già citati nel dossier, sia per fare da “cuscinetto” alle differenze culturali e, soprattutto, manageriali certamente esistenti. La recente entrata nel WTO e i colloqui in corso per raggiungere lo status di partner della Comunità Europea, dovrebbero portare ad un sostanziale miglioramento del sistema legislativo e a nuove opportunità derivanti dalla riduzione dei dazi e delle procedure doganali.
Il secondo professionista che ha accettato l’intervista è il Dott. Gianluca Sardelli consulente consolare italiano a Leopoli.

Domanda: grazie Sig Sardelli per aver risposto a questo invito di PROFESSIONAL PARQUET. Può raccontarci la sua esperienza d’ imprenditore italiano residente a Leopoli – Ucraina?

Sardelli: premetto che sono titolare di uno Studio di consulenza aziendale, specializzato in delocalizzazione industriale in Ucraina.
Certamente l’Ucraina e’ un Paese difficile: crollo dell’economia statale di tipo socialista, discutibilità del sistema giudiziario, permeabilità della dogana, sono aspetti che possono intimorire l’imprenditore occidentale; d’altra parte un mercato di 45 milioni di affamati di novità e di Occidente, con alle spalle un’economia galoppante ed un discreto incremento del potere di acquisto, rendono il Paese una meta doverosa per l’impresa europea.
Certo l’ipotesi della Joint Venture, a tre, (suggerita da questo dossier) ha le sue giustificazioni, ma la ritengo applicabile a quelle imprese che non hanno risorse umane e finanziarie per affrontare un’esperienza da soli, che considero certamente più remunerativa. Nella fattispecie, facendo tesoro delle disgrazie altrui, che spesso sono chiamato a risolvere, segnalo profonda insoddisfazione nelle relazioni societarie tra Occidentali e locali: diversa formazione professionale, divergenza di ambizioni ed aspettative, incomprensione sulla necessità di metodi occidentali nella gestione aziendale, portano spesso alla rottura delle relazioni da parte delle nostre imprese, talvolta con relativo bagno di sangue, se non affiancate da figure professionali imparziali.

Domanda: ha informazioni dirette sul parquet?

Sardelli: Il parquet e’ un prodotto tradizionalmente utilizzato in questa regione e ciò vale soprattutto per il massello di produzione locale; ma profonde sono le lacune dei produttori locali che – nonostante possano disporre di materia prima di buona qualità – non sono adeguatamente attrezzati a livello tecnologico, finanziario (continuità nell’approvvigionamento della materia prima e regolarità nella produzione) e soprattutto di distribuzione. Da quanto mi risulta esiste una sola catena di distribuzione e vendita di parquet – per altro a prezzi più che occidentali – che fa riferimento ad un ex funzionario del Dipartimento delle risorse forestali – che non e’ in grado di fornire la posa in opera.

INFORMAZIONI UTILI

Ambasciata d’Italia a Kiev –Ucraina – si rammenta che serve il visto d’ingresso in Ucraina

Indirizzo: Yaroslaviv Val, 32/b – 01901 Kiev

tel.:+38 044 2303100

fax:+38 044 2303103

e-mail: ambasciatal.kiev@esteri.it

Ufficio Consolare Orario di apertura al pubblico:dal lunedi al giovedi 10.00-13.30/16.00-18.00

tel.: 0038.044.2303100-101-102

tel.: 0038.044.2303120-121-122

fax: 0038.044.2303124

e-mail: consolato.kiev@esteri.it

Corrispondenti consolari per l’Ucraina

Gianluca Sardelli – Ucraina Occidentale via Dudayev, 2/6 79005 – Leopoli, Ucraina

tel.: +380322 722756

fax: 222-75-09

e-mail: gianluca@sardelli.net

Marcello Esposito – Odessa3/3, Ekaterininskaya Square, 65026 – Odessa, Ucraina

tel.: +380482 37-69-80, 72-87-133

fax: 37-69-80

e-mail: esposito@paco.net