Dazi agli Usa come ritorsione? Favoloso! peccato che sia la Ue (l’Unione Europea, non l’Europa. Si ricorda che l’Europa e la Ue sono entità politiche e geografiche diverse) che ha la necessità d’esportare, non gli Stati Uniti d’America. Rammentando questo particolare non da poco, il voler applicare i dazi alle merci americane in entrata nell’area Unione Europa crea un nuovo problema: su cosa s’applicano questi dazi? Quando la politica parla tanto per farlo.
Il dazio è un atto di difesa del lavoro per la Nazione che lo applica ed un atto di civiltà.
In Cina quella comunista, l’ora di lavoro vale 5 dollari, in Italia 26 euro, in Germania 32. Un dazio, per forza di cose deve riequilibrare questi assetti stroncando la merce a basso costo e qualità proveniente da quei mercati immaturi come il cinese-comunista. La vera domanda è un altra: perchè non sono stati applicati già 20 anni fa i dazi all’importazione da Paesi che hanno un differenziale nel costo del lavoro così acuto.
Quando oggi si può serenamente affermare è che l’applicazione di un dazio rappresenta la chiusura di un’era troppo superficiale (la globalizzazione) e l’apertura di una nuova stagione il cui nome non è ancora noto: forse nazionalizzazione o concentrazione?
L’uso del dazio che il Presidente americano Donald Trump sta svolgendo, nei primi mesi del 2025 è però, più politico che commerciale. Non che non sia da considerare anche quest’aspetto di pressione su un Paese estero, il che rappresenta un’estensione del concetto dazio. In effetti è vero, si può utilizzare anche questa via per il dialogo e confronto tra Nazioni.
Con l’applicazione dei dazi cosa cambia? Termina un’era di globalizzazione che non ha saputo mantenere le promesse. Oggi noi occidentali abbiamo dei nemici (la Russia nazionalista e la Cina comunista) che prima dell’era globalizzata non erano forti come lo sono oggi.