La delusione targata Confindustria italiana

Purtroppo a volte si rischia di ripersi, ma in questo caso, la vicenda è così grande e pericolosa per il sistema imprenditoriale Italia, che merita un approfondimento.

QUESTI SONO I FATTI

a) Un’azienda italiana paga poco meno di 2.500 euro, da diversi anni, alla Confindustria;

b) la stessa azienda si rivolge a un professionista esterno per redigere il piano di marketing il quale, preso atto dell’iscrizione alla Confindustria, chiede all’Associazione per studiare i rapporti mensili/trimestrali di settore;

c) la sede locale della Confindustria afferma di non poter offrire questo servizio che è invece svolto dalla sede di Milano;

d) il professionista, con la ricevuta dei 2.500 euro si mette in contatto con la sede dell’associazione di categoria industriali di Milano per chiedere l’accesso nell’interesse dell’azienda associata;

e) passano 20 giorni senza esito;

d) spazientito il professionista, lamentandosi, riesce alla fine a ottenere un rapporto trimestrale;

e) studiando il sito della sede di Milano della Confindustria il professionista chiede l’accesso per leggere e studiare tutte le informazioni pubblicate ma gli viene negato;

f) il professionista scrive alla Confindustria di Roma, al Direttore Generale e al Presidente di Confindustria, Signor Squinzi;

g) senza esito il professionista riscrive e telefona a Roma e gli rispondono d’attendere;

h) una settimana dopo non perviene una risposta dal Direttore Generale di Confindustria di Roma (il Signor Squinzi non si è degnato di rispondere pur discutendo un problema d’organizzazione così grave) ma dalla sede locale dove tutto ebbe inizio il cui tenore è il seguente:

– che si ringrazi per aver risposto;

– non si concede alcun accesso perché la Confindustria è  strutturata che si paga in una sede anche se sprovvista del servizio d’analisi del mercato, nel caso si voglia anche conoscere le tendenze, sarà necessario pagare ancora altra cifra, per accedere ad altra delegazione di Confindustria con servizio di ricerca;

– la lettera termina con un’accorata richiesta di rispetto verso la Confindustria.

 

CONSIDERAZIONI

Quante cose si possono desumere da questa vicenda? troppe, non ultima che in Italia chiude un’azienda al giorno!

Detto questo lasciano perplessi alcuni aspetti clamorosi che sono:

1) scrivendo al Direttore Generale della Confindustria a Roma questi non risponde ma delega altri;

2) questi altri s’introduce in una dinamica che non ha vissuto, ma solo visto di sfuggita e chiede rispetto;

3) rispetto per cosa?

4) la Confindustria è a questo punto una struttura che non funziona;

5) la Confindustria, compreso il vertice più alto, non ha attitudine alla comunicazione;  (da qui si comprende anche perché le aziende italiane soffrano una profonda crisi di comunicazione che non siano spot pubblicitari)

6) in Confindustria non c’è analisi critica su se stessa;

7) in un mondo della comunicazione dove si emerge per l’originalità, tempestività e accuratezza delle informazioni, c’è una Confindustria che tiene il segreto per i suoi soli affiliati di zona escludendo le imprese che hanno pagato su scala nazionale. Questo è il Medio Evo della relazione sociale. Si scopre così una totale incapacità d’interfaccia con il mercato, il mondo dello studio, il cittadino e non ultime le stesse imprese.

 

CONCLUSIONI

Si paga e non poco per essere iscritti alla Confindustria, ma questo prezzo non vale per tutta l’Italia, bensì resta limitato alla sede locale la quale spesso non ha tutti i servizi necessari. Non c’è collaborazione ma appena cortesia (quindi non obbligo) tra una sede della Confindustria e l’altra e chi ne fa le spese sono le aziende lasciate sole. Tradotto in termini più semplici a chi serve questo modello di Confindustria? Quale l’effettiva capacità del suo direttivo? Ciò che veramente stupisce è sia l’incapacità strutturale del direttivo a porvi rimedio o a dialogare con il Paese sulle deficienze interne, sia la pretesa al rispetto per qualcosa che francamente, in queste condizioni va destrutturato e ricostruito. Si usa il concetto di “rispetto” per tappare la bocca alla critica costruttiva. Questa Confindustria va ristrutturata partendo dal vertice: quando?