Brexit ha già vinto, non serve attendere i dati ufficiali 

Osservando l’evolversi della campagna elettorale referendaria Brexit in Gran Bretagna ma anche in Europa, si nota una dogmatica fede nella Ue priva di spiegazioni. In pratica nessuno è capace di un sano contraddittorio pro o contro l’Unione Europea. Sotto questo punto di vista l’effetto Brexit è schiacciante e vittorioso. In pratica, indifferentemente dal voto inglese si apre la crisi della Ue.

LA CRISI DELLA UE DOPO BREXIT

Tra la Polonia, l’Ungheria, l’Austria e la Slovenia, quindi l’Inghilterra e la Germania con la Francia, qual è il vero volto della Ue? Nessuno l’ha capito perchè è venuto a mancare un serio contradditorio. Nessuno (credo) contesta il valore della Ue. Tutti hanno da dire sull’applicazione pratica dell’idea europea. In assenza di un’importante e rapida riforma dell’istituto europeo, non è pensabile proiettare la Ue nel futuro. L’Europa comunitaria è in crisi per assenza di valori condivisi.

Manca un’idea unica di scuola, esercito, polizia. Non esiste neppure un contratto di lavoro unico. Certamente a fronte d’assenze così significative, c’è la moneta unica che ha provocato più guasti che vantaggi. E’ questo che ha voluto dire il movimento chiamato Brexit, al netto di tutti gli strilli. A questo punto ogni esito abbia il referendum britannico c’è da fare i conti con la crisi della Ue.

GESTIRE LA CRISI DELLA UE

Dopo Brexit è pensabile almeno 10 anni di turbolenza prima di poter ritrovare nuovamente un nuovo equilibrio politico in Europa. Il vero problema è chi saprà proporsi, come leader, per gestire il transito dal post Brexit alla nuova Ue. Attualmente non abbiamo, in Europa, stature e sensibilità tali da poter coinvolgere gli europei in una nuova idea. Ovviamente gli uomini sono legati ai partiti e la crisi di questi ultimi ha un effetto drammatico sulla nuova progettazione dell’istituto europeo. L’idea europea è frutto della Democrazia Cristiana degli anni Cinquanta. La nuova Ue dei prossimi anni, quale partito saprà esprimerla? Ecco che la crisi della Ue si colora di tonalità ancor più scure. Mancano certamente le idee ma sicuramente le persone e quindi la cultura. Progettare una nuova Ue vorrebbe dire e finalmente costruirla dal basso anzichè dalle istituzioni. Quindi scuole con programmi comuni o concordati, esercito europeo, quotidiani europei, televisione con una lingua e sottotitoli nazionali, etc..etc.. 

Tutti aspetti che non interessano a nessuno.