biden è il nome che riconosco all’attuale facente funzioni presidenziali alla Casa Bianca; in pratica un impiegato statale con incarichi dirigenziali. Quest’idea si è formata all’epoca delle votazioni presidenziali di 4 anni tra Trump e biden, per confermarsi giorno per giorno fino a giungere ad oggi in piena demenza senile per il democratico. Al biden va applicato l’articolo della Costituzione relativo all’infermità e sua rimozione. Ogni altra considerazione non ha senso.

Che non si confonda però l’allontanamento del personaggio dall’incarico come una mancanza di rispetto verso l’anzianità e maturità. Assolutamente no! L’ascolto e la guida dell’uomo/donna maturi restano indispensabili in un mondo ridotto a quattro schiamazzi d’internet. Il web corre e passa, la maturità resta.

Onestamente incute tenerezza, pietà e rispetto la sorte del povero biden, bersagliato da tutti e vittima innocente della vecchiaia che non gli consente la direzione della Nazione.

Ciò che complica tutto è la determinazione del personaggio a conservare la poltrona; su quest’aspetto è nel pieno delle sue facoltà! Ancor peggio la sua famiglia che lo “sostiene” (sfruttamento delle rendita di posizione). In quell’ambito c’è veramente cattiva fede, il che la dice lunga sugli scandali del figlio e affari di famiglia. Non siamo sul livello di un Roosevelt o un Reagan.

Ecco quello che incuriosisce in questa vicenda: la determinazione e testardaggine a restare nello spregio del supremo interesse della Nazione, Casa Bianca e partito d’appartenenza.

I democratici sono tutti così a lingua biforcuta?  In Italia si, qui negli Usa a volte.

Comunque oltre il volgare attaccamento alla poltrona del biden, resta sullo sfondo un problema ben più ampio: c’è posto per la senilità nella vita contemporanea? Forse non tanto nel lavoro quanto nella consulenza, riflessione, pensiero, insegnamento. Oggi abbiamo dei “docenti” che sono dei ragazzini! Il giovane professore nella scuola dovrebbe star zitto e formarsi come assistente di cattedra guidato da un insegnante con esperienza. Questi però sono concetti complessi che richiedono una sensibilità superiore rispetto alla media del pensiero avanzato contemporaneo.