Apple e Coin a Milano, ma è lo stesso in altre città coinvolgendo ancora più grandi nomi del commercio, TUTTI incapaci nel saper accogliere la clientela. Grandi spazi commerciali privi di servizi igienici per i clienti. Una realtà di questo tipo attacca:
- il marchio che non è credibile e neppure affidabile;
- la gestione del Comune che è NON adeguata al ruolo e dotata dell’iniziativa per pretendere, pena la chiusura dai grandi spazi commerciali, un minimo di cultura nell’accoglienza e gestione del cliente, garantendo l’accesso a bagni pubblici!
Perchè, i giovani sono così invasi da concetti vaghi come la “sostenibilità” e “inclusione” (di cosa e di chi ancora non s’è capito) e allo stesso tempo totalmente disinteressati al rispetto verso il consumatore? Può il solo acquisto virtuale autorizzare il commercio a non curarsi del bisogno dei clienti?
Quello che qui si propone è la chiusura di quegli spazi commerciali non adeguati all’accoglienza dei clienti come scale mobili, ascensori e bagni. Per spazio commerciale medio s’intende il negozio Apple di Milano mentre per grande dimensione il Coin strutturato su più piani.
La vulgata è che l’esercizio deve tenere dei bagni accessibili al pubblico se dovesse vendere cibo e bevande, ma questa impostazione è diminutiva non assoluta! Vuol dire al minimo ci d’essere il bagno in presenza di ristorazione, non che debba limitarsi al solo segmento bar-ristorante la disponibilità del bagno al cliente.
Come conciliare la pubblicità e immagine di questi nomi commerciali con quello che raccontano quando redigono lo stesso “bilancio di sostenibilità o sociale”. Ecco che la formalità dell’inconsistenza si coniuga con un vuoto abissale. Peccato che questa generazione insegua le parole tralasciando la sostanza, ma ogni epoca ha i suoi pregi e difetti e quella attuale la superficialità.
In conclusione, l’assenza di un bagno per i clienti, che sia pulito e profumato giustificata la chiusura dell’esercizio commerciale medio-grande. Il pensiero corre anche a molti-moltissimi ristoranti che hanno dei bagni “cuccia per cani” che sono così piccoli da chiedere la chiusura del locale.